La follia, festa con brindisi all’Umberto I di Roma: 9 medici contagiati

14 Mar 2020 12:12 - di Redazione
festa

Cambiare abitudini e comportamenti. Alla faccia. Baci, balli e festa alla faccia del coronavirus. Sconcertante. E’ accaduto a Roma,  non in una casa privata, ma  in una stanza del reparto del day hospital dell’Oncologia B dell’Umberto I. Il più grande policlinico d’Europa. Per festeggiare il  fine studi  di una specializzanda. Senza autorizzazione,  tutti stretti in un locale di piccole dimensioni. Risultato:  in nove tra medici dipendenti e volontari e specializzandi si infettano trasmettendosi il Covid-19. Tra loro c’è anche il primario. Si è aperta subito un’inchiesta., i cui esiti sono ora al vaglio della Regione.

La festa per una specializzanda

Per gli operatori sanitari coinvolti nella sciagurata festa si profilano provvedimenti disciplinari severi , leggiamo sul Messaggero.  Dai  link epidemiologici di ciascuno è infatti emerso che i sanitari non si sono ammalati in quanto da tempo in prima linea al contatto col virus. «Ci siamo trovati di fronte a un comportamento gravissimo, totalmente privo di prudenza che va stigmatizzato – tuona il direttore generale dell’Umberto I, Vincenzo Panella – messo in atto da coloro che per primi dovrebbero essere consapevoli dei pericoli».

Le conseguenze di questo comportamento criminale potrebbero  essere ancora più gravi per i pazienti: «In reparto stiamo verificando uno a uno se ci sono altri positivi tra i degenti, sottoposti a tampone, pochi i casi positivi che ora sono in isolamento domiciliare – aggiunge Panella – Ma alcuni di questi medici svolgono attività privata nelle case di cura e privatamente, quindi, non sappiamo con quante altri pazienti possano essere venuti a contatto». Una tragedia.

L’ispezione epidemiologica – evidenzia il quotidiano romano –  rivela che l’unico link tra i 9 infetti da Covid-19 era costituito proprio da quella insensata ffesta con aperitivo e pasticcini che si era svolta il 3 marzo con tanto di messaggini di invito a partecipare”.

Proprio mentre si moltiplicavano gli inviti alla prudenza e mentre gli ospedali italiani sono quasi al collasso. Allo stesso Umberto I la situazione era grave. Un comportamento inqualificabile, che grida vendetta. Il direttore generale lo sa bene. “Alla luce anche del fatto che i pazienti che si rivolgono a quella struttura, gli oncologici, fanno parte della categoria dei più fragili e più vulnerabili al Covid-19. Pazienti che, a differenza di alcuni dei loro medici, non hanno nulla da festeggiare».

Commenti

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  • Sb 15 Marzo 2020

    Sono una paziente da 2 anni, anche aldilà dell’attuale covid, ho sempre notato nessuna cura per la salute di noi pazienti immunodepressi.. Facciamo ore e ore di fila anche solo per ritirare un farmaco, tutto stipati in spazi minuscoli e in piedi, in locali spesso fatiscenti e con nessuna precauzione (guanti, mascherine, evitare di fare la mano…). Non si usa mai l’email ma sempre e solo la carta (ricette, analisi ecc), quindi bisogna sempre andare di persona… Una vergogna!! Anche ora che siamo in emergenza, nessuno ci ha chiamato per dirci se gli appuntamenti per i farmaci sono confermati, per avvisarci che l’ambulatorio è stato chiuso. Inoltre, sono in ritardo anche per redigere le relazioni sanitarie fondamentali per le visite inps per l’invalidità!! Tutto sulla nostra pelle, che già abbiamo il tempo contato a causa del cancro e difese immunitarie compromesse dalle varie chemio. Vergogna! Non sto commentando circa la capacità professionale , ma evidentemente l’incompetenza organizzativa e la scarsa sensibilità alla nostra situazione fragile, rende scandaloso il tutto!