Mar 26 2020

Girolamo Fragalà @ 09:45

La Boschi a Conte: «Bisogna chiedere scusa per i ritardi e gli errori. Fai meno dirette su facebook»

«Non basta ringraziare i nostri medici, infermieri, farmacisti. Dobbiamo anche chiedere scusa. Non so di chi è la responsabilità dei ritardi nel garantire i presidi per la sicurezza personale, mascherine e guanti. Ci sarà il tempo in cui saranno verificati i responsabili. Ma oggi dobbiamo chiedere scusa se lavorano in quelle condizioni». Lo ha detto la capogruppo di Italia Viva alla Camera Maria Elena Boschi in aula.

Boschi: sbagliato il moltiplicarsi di provvedimenti

«Abbiamo bisogno di una comunicazione più chiara, in modo univoco, nelle sedi opportune», ha incalzato. «È meglio una volta in più in Parlamento che una diretta Facebook. Degli errori ci sono stati, cerchiamo di evitare di ripeterli»,  Tra gli errori, Boschi elenca «il moltiplicarsi continuo dei provvedimenti di governo, regioni, comuni. Spesso erano contraddittori. Non so se la riforma avrebbe risolto questo problema ma ormai è andata come è andata».

«Collaborare non vuol dire ubbidire ma portare idee»

«Capiamo la fatica del governo, la responsabilità, ma la responsabilità pesa meno se condivisa e l’uomo solo non funziona mai e non basta, tanto meno adesso». ha detto ancora la Boschi. E ha aggiunto: «La responsabilità pesa meno se è condivisa. Noi ci siamo, credo ci siano anche le opposizioni. Dobbiamo lavorare insieme, collaborare. Questo non vuol dire ubbidire ma portare proposte e idee».

Boschi: «È il momento di togliersi la maglia di partito»

Per la Boschi bisogna «equiparare i medici e gli infermieri che non torneranno a casa alle vittime del dovere. Stanno morendo per garantire la salute. È giusto che ci sia un piccolo riconoscimento che non cambierà la vita delle loro famiglie ma è un segno che lo Stato non si dimentica di loro al pari di donne e uomini in divisa. Cerchiamo», ha sottolineato ancora, «di collaborare con i sindaci di ogni colore politico. È il momento di togliersi la maglia di partito e indossare quella dell’Italia».