I dem si confrontano nel supermartedì. Trump: “Sleepy Joe (Biden) non sa che si vota…”
Arriva il supermartedì. Gli elettori democratici americani oggi vengono chiamati a votare per le primarie in 14 stati per un Supertuesday che potrà segnare lo scontro tra le due anime, che appaiono sempre più inconciliabili, del partito: la rivoluzione del socialista Bernie Sanders, partita sin dal 2016 e poi rilanciata come forza motrice del partito che la vittoria al mid term del 2018, ed l’establishment moderato, centrista di Joe Biden, che necessariamente guarda indietro.
Supermartedì decisivo
Guarda indietro non solo e non tanto a Barack Obama – moderato centrista che però nella sua storia personale di primo presidente afroamericano riusciva a conciliare in se stesso le due anime – ma anche al partito di Bill ed Hillary Clinton. Come Terry McAuliffe, clintoniano storico, ex governatore della Virginia e super fundraiser dem, che domenica dando il suo sostegno a Biden ha detto: “Non abbiamo bisogno di un rivoluzionario, abbiamo bisogno di Joe Biden alla Casa Bianca”.
Trump: “Sleepy Joe non sa neanche dov’è”…
Ironico e sprezzante il commento di Donald Trump. “Wow! Sleepy Joe non sa dove sia o cosa stia facendo, onestamente non penso che non sappia persino per quale incarico si sia candidato!”. Così Donald Trump su Twitter dopo il rilancio di un video trasmesso da Fox news con un montaggio delle gaffe celebri dell’ex vice presidente sin dai tempi in cui era senatore.
L’incubo del socialista Sanders
E da sabato l’establishment democratico, quello che già vedeva profilarsi l’incubo di un candidato socialista che promette l’assistenza sanitaria universale, ha ricominciato a sperare che vi sia effettivamente la possibilità di mandare Biden alla Casa Bianca. La vittoria con 29 punti di vantaggio in South Carolina, ha imposto infatti l’ex vice presidente come l’unico candidato credibile dell’ala moderata. E ha spinto nel giro di 48 ore Pete Buttigieg, il 38enne ex sindaco dell’Indiana che dopo Iowa e New Hamsphire aveva accarezzato l’idea di essere il candidato a sorpresa di queste primarie. Poi Amy Klobuchar a lasciare la corsa.
Supermartedì, si teme la frammentazione
E dare il loro endorsement a Biden come l’unico che può battere Trump. Una mossa che potrà essere cruciale per Biden dal momento che nelle altre tappe delle primarie la presenza di diversi candidati centristi ha portato il risultato di frammentare il voto moderato, a vantaggio di Sanders. Sanders invece sembra essersi imposto sull’altra candidata liberal, Elizabeth Warren, per il controllo del voto di sinistra.
Per il 77enne si è schierato anche Pete O’Rourke, l’altro millennial che per alcuni mesi ha sperato, come Buttigieg, di essere l’Obama di questo ciclo . Lasciando però poi la corsa prima che iniziasse, salendo sul palco insieme all’ex vice presidente ieri notte in Texas. Proprio dove oggi c’è il secondo bottino più ricco, dopo la California, di delegati.
Anche Klobuchar era sul palco in Texas. “Se passeremo i prossimi quattro mesi a dividerci tra di noi, vedremo Trump nei prossimi quattro mesi dividere il Paese – ha detto -. Dipende da noi, tutti noi, riportare l’unità nel Paese, sanarlo e costruire qualcosa di più grande. Ed è per questo che oggi dò il mio sostegno a Biden come presidente”.