Follie da coronavirus: due denunciati nel Modenese perché “sorpresi” a parlare a lungo in piazza
Ci deve essere un motivo per parlare in strada? In tempi di coronavirus proprio sì. Ieri pomeriggio i carabinieri della stazione di Serramazzoni, nel Modenese, hanno denunciato due persone del luogo, un 58enne e un 68enne, per inottemperanza alle prescrizioni anti-coronavirus del dpcm del 9 marzo. I due, controllati in piazza della Repubblica, si erano intrattenuti a lungo a parlare senza un giustificato motivo.
Conversazione ideale al tempo del coronavirus
I militi hanno esagerato nella severità? Forse sì, forse no. Però viene da ridere a pensare che i carabinieri sono stati lì a cronometrare la conversazione tra i due incauti chiacchieroni. Dopo la distanza di un metro e mezzo (o quattro, non si è ancora capito bene) è quindi venuto il momento di dare una misura alle parole? Allora, qual è il tempo massimo per un incontro in strada o in piazza? Proviamo a immaginare. Per il saluto bastano due o tre secondi. “Ciao”, “Ciao”. Sarebbe meglio finirla lì e andarsene per i casi propri. Però c’incontra spesso chi proprio non resiste: “Come va?”. Meglio ricorrere alla risposta standard: “Male, di questi tempi”. Anche la replica deve essere standard: “A chi lo dici, non se ne può più con questo coronavirus”. Il tutto può durare al massimo trenta secondi. Dopodiché, appostato dietro l’angolo, spunta il vigile o il carabinere. “Alt! Vi comunico che da questo momento siete a rischio di denuncia”. “Mi scusi brigadiere,volevo solo aggiungere l’augurio che queste limitazioni finiscano presto” . “Va bene, ma faccia in fretta”. “Speriamofiniscaprest…“. Dopodiché via, di corsa, come lepri a casa.
Anche nell’emergenza coronavirus scherzare un po’ non fa male. In caso contrario, sarà difficile che si possa arrivare con i nervi saldi alla fine di questa brutta storia. O, per meglio dire, incubo.