Detenuti in rivolta: vogliono l’indulto. Evasioni a Palermo e Foggia: sei morti (video)
Sei morti. La situazione è esplosiva: l’onda lunga del coronavirus arriva nelle carceri italiane e si trasforma in protesta. I detenuti sono in rivolta contro il decreto del presidente del Consiglio che limita a causa dell’epidemia di coronavirus le visite dei parenti.
Coronavirus, le protesta carcere di Foggia
Dopo le proteste di Salerno, Napoli, Modena, Frosinone e Pavia scoppia la rivolta anche nel carcere di Foggia (Guarda il video di Adnkronos). Alcuni detenuti sono riusciti ad evadere ma sono stati bloccati poco dopo all’esterno dell’istituto penitenziario dalle forze dell’ordine. A quanto si apprende i detenuti hanno divelto un cancello della “block house”, la zona che li separa dalla strada.
Foggia, il carcere in mano ai detenuti
alcuni sono evasi, secondo alcune notizie, si sarebbero impossessati anche di auto per scappare. Gli altri hanno preso il controllo del carcere. Poliziotti e carabinieri li stanno riportando dentro gradualmente.
Rivolta dei detenuti a San Vittore e all’Ucciardone
Da questa mattina è in corso una rivolta al carcere di San Vittore e alcuni detenuti sono saliti sul tetto della casa circondariale. Sul posto sono arrivate le volanti di Polizia. A Palermo un tentativo di evasione anche all’Ucciardone di Palermo. Alcuni detenuti hanno tentato di scavalcare la recinzione dell’istituto di pena per cercare di fuggire. Il tentativo è stato bloccato dalla polizia penitenziaria. Il carcere è circondato dai carabinieri e polizia in tenuta antisommossa.
Nelle carceri ogni scusa è buona per portare scompiglio, magari con l’obiettivo di ottenere qualche beneficio, se non addirittura l’indulto. Immaginiamo quale ghiotta occasione possa costituire il coronavirus. Ma il Governo sonnecchia,ed immola i propri servitori, quali vittime sacrificali sull’altare del buonismo , frammisto alla inettitudine. E c’è di più. Sì, perché se le guardie non usano il Galateo nel tentare di sedare le rivolte, rischiano di venire processate per maltrattamenti, da qualche magistrato compassionevole, anche se in senso invertito.