Coronavirus, tribunali chiusi fino al 31 maggio. Anche la giustizia si arrende

7 Mar 2020 11:03 - di Redazione

La giustizia si ferma per il coronavirus fino al 31 maggio. Uno stop di due mesi e mezzo, il più lungo deciso finora dal governo. A mettere il sigillo è il decreto del ministro Alfonso Bonafede. Che impone drastiche restrizioni a tribunali e procure di tutta Italia.

Coronavirus, giustizia ferma fino al 31 maggio

Le misure adottate, dopo due settimane di sospensione che partirà da lunedì, coprono un periodo “fino al 31 maggio”.  “La scelta per non creare un periodo troppo ristretto che avrebbe posto la necessità di proroghe. Ciò non toglie che se l’emergenza avrà conclusione molto tempo prima, come ci auguriamo che sia, riporterà pian piano gli uffici giudiziari all’ordinaria attività”. Lo dice il ministro Bonafede, al termine del Cdm.

“Gli uffici giudiziari in aree con contagi inferiori potranno organizzarsi in maniera diversa – chiarisce il Guardasigilli – a seconda delle esigenze si organizzeranno per tutelare la salute pubblica”. Intanto un ponte di 15 giorni per permettere agli uffici di organizzarsi. “Vogliamo che tutti siano tutelati.  per questo il Cdm ha varato”misure sull’organizzazione delle udienze e misure per gli uffici giudiziari, incentivando l’uso di tecnologie, laddove possibile in videoconferenza, deposito atti telematici, ecc.. Tra queste misure, ci sono anche i rinvii di udienze non urgenti, disposto dai vertici degli uffici giudiziari”.

L’avvocatura revoca l’astensione

Soddisfatto l’Orgasnismo congressuale forense (Ocf). “Prendiamo atto con soddisfazione del provvedimento con cui il ministro Bonafede viene incontro, sia pure parzialmente, alle istanze dell’avvocatura. In sostanza il decreto pare ratificare l’astensione proclamata da Ocf sospendendo tutte le attività per 15 giorni, ragione per la quale, se le notizie sulla sospensione delle udienze su tutto il territorio nazionale saranno confermate, l’astensione sarà revocata”.

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