Coronavirus, Meluzzi ai calciatori: «Siete fessacchiotti ricchi, la gente non ne può più di voi»

31 Mar 2020 10:57 - di Gianluca Corrente
calciatori

«Sta montando l’insofferenza, che poi forse sfocerà in rabbia, nei confronti dei calciatori e del loro comportamento in questa emergenza». Ne è convinto lo psichiatra Alessandro Meluzzi. In una conversazione con l’Adnkronos individuaun cambiamento nella percezione che ha il pubblico nei confronti dei massimi beniamini dello sport italiano. «Sono sempre stati visti come eroi, tranne nelle fasi di emergenza. E questa lo è», dice Meluzzi. «Nella storia millenaria dei panem et circenses tutto va bene finché dimensione tragica e ludica della vita sono in equilibrio. Adesso c’è uno squilibrio verso la dimensione tragica. Quando si vede il comportamento di persone come gli infermieri che guadagnano 1.600 euro al mese e lo si confronta con quelli dei ragazzotti plurimilionari che giocano a palla, l’insofferenza monta e credo che possa ance sfociare in rabbia».

Non si scherza più, i calciatori non sono eroi

«Sta prendendo piede», dice Meluzzi, «un ridimensionamento della figura mitica del calcio. È un palloncino che si sgonfia e riguarda tutti, atleti, “mister”, tifosi stessi. Si sta cominciando a capire che si tratta in fin dei conti, di fessacchiotti ricchissimi che devono tutto alla rincorsa di un pallone. In contesti normali che passino per degli eroi può starci. Si gioca e quindi giochiamo a sognare. Ma in un contesto come questo non si scherza più».

«Si comincia ad avvertire una certa insofferenza»

Opinione condivisa anche dalla psicologa Maddalena Cialdella. Che però individua una certa insofferenza anche prima del coronavirus. «Credo», afferma, «che anche prima di questa tragedia i plurimilionari calciatori fossero già considerati dei privilegiati e non solo dei bravissimi atleti a cui tributare applausi. Nel momento in cui i privilegi non ti coinvolgono profondamente, ciò rimane nell’ambito del possibile. Il privilegiato può anche essere considerato un mito e un ideale cui tendere».

Lo squilibrio con la gente che soffre

«In una situazione di questo tipo, con la gente non sa come mettere i piatti in tavola, la visione cambia radicalmente. Gli eroi cadono e anzi infastidiscono moltissimo, perché il loro status tocca la dignità delle persone. Se lo sport professionistico non si mostra capace di ritrovare il senso della comunità, anche gli affetti sportivi saranno molto modificati».

Ai calciatori non accadrà nulla

Dei risvolti psicologici sui calciatori in questo periodo di stop allo sport ne parla lo psicologo Raffaele Felaco. «Molto probabilmente non accadrà loro nulla di particolare, a meno che non siano stati malati. Hanno larghi margini di benessere, ma inoltre si nutrono dell’affetto delle folle. Pensano che quando ricominceranno a giocare lo ritroveranno. Potrebbero anche pensare che l loro ruolo sarà più importante, una specie di regalo come ritorno alla normalità».

Commenti

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  • Roberto 31 Marzo 2020

    Sono in parte d’ ‘accordo ora che la situazione è quella che è con tutte le mancanze che la gente deve subire nel vedere questi giocatori a cui non manca nulla . Non sono d’accordo quando non si prende in considerazione che quelli che vivono bene nel momento attuale sono solo forse 50/100 giocatori mentre altre migliaia vivono con il problema di tutti noi . Non si tiene conto nel non giudicare tutte le altre categorie di persone che possono passare questo momento senza grossi problemi economici e nel mondo sono milioni . Alla ripresa poi tutti torneranno ai loro impegni come i calciatori ,ogni categoria di sport, ecc.ecc. ; gli sportivi però per ovvie ragioni di età termineranno a 30/35 anni e se non avranno realizzato qualcosa di molto solido si troveranno sulla strada nel momento migliore della loro vita nella ricerca di una posizione sociale .Vero comunque che lo sport è l’oppio della vita del quale si nutre tutto l’universo sportivo ed estirpare questa droga credo che non succederà mai.

  • emanuele 31 Marzo 2020

    la scoperta dell’acqua calda !!! e da anni che lo penso e lo dico ,che sti quattro
    bamboccioni che stanno dietro un pallone dovrebbero andare tutti a zappare la terra,altro che stipendi da nababbi !!! vergogna ,vergogna ,vergogna!!!
    in pochi si salvano con le loro opere di beneficenza consapevoli che guadagnano
    molto ma molto piu del dovuto!!