Coronavirus, l’iniziativa di PharmaPrime: consegna gratuita dei farmaci agli over 65

9 Mar 2020 15:14 - di Sara Gentile
coronavirus

C’è tanta paura, ma c’è anche chi si impegna per aiutare chi è in difficoltà e quindi non esporlo ai rischi di contrarre il coronavirus. Come sta facendo in queste ore PharmaPrime. «PharmaPrime, in questo momento così difficile, ha deciso di effettuare gratuitamente per gli over 65 insieme alle farmacie, la consegna di farmaci, parafarmaci e di tutti i prodotti presenti in farmacia». Lo si legge in un comunicato.

«Il servizio di consegna gratuito over 65 – si legge ancora – è attualmente attivo nelle città di Roma, Milano e Genova. Attraverso telefono o whatsapp al numero +39 0240031043. Con l’obiettivo di essere vicini alla fasce più deboli della popolazione italiana. Perché bisogna contribuire attivamente al benessere della collettività».

L’invito è quello di «veicolare il più possibile tale informazione in modo da raggiungere i diretti interessati».

Coronavirus, chi è PharmaPrime

PharmaPrime è una startup nata per facilitare la vita quotidiana di chi vive e lavora nelle metropoli. Sono attivi su Roma, Milano, Bologna e Genova. Si tratta di una piattaforma online che consente di avere accesso a prodotti farmaceutici, parafarmaceutici e cosmetici a domicilio. Garantendo la consegna in 40 minuti e un risparmio considerevole per il cliente.

L’idea è di un team di ragazzi italiani, under 30, che dopo un anno e mezzo di lavoro hanno visto realizzarsi il loro progetto, già attivo nelle città di Roma e Milano. «L’idea è nata in un giorno di pioggia del febbraio 2016 in cui dovevo acquistare con urgenza un prodotto che non riuscivo a reperire velocemente. Così abbiamo deciso di intraprendere questa strada. Abbiamo investito i nostri soldi e ora dopo mesi la nostra app è attiva», aveva detto due anni fa a Ofcs Report Luca Buscioni, Ceo dell’azienda. Un lavoro certosino quello del team di Pharma Prime che ha iniziato l’affiliazione delle farmacie andando fisicamente in ognuna di queste a presentare l’applicazione. «Abbiamo iniziato – aveva spiegato Buscioni – così ma poi il passa parola ha fatto il resto».

 

 

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