Coronavirus, Colosimo (FdI): «Dimenticati anziani e disabili. Conte e Zingaretti sbrigatevi»

5 Mar 2020 15:56 - di Redazione
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Appello di Chiara Colosimo sul coronavirus. «In queste ore assistiamo a un comportamento totalmente incoerente da parte del governo. Se da un lato, infatti, cerca di tutelare i minori con la chiusura delle scuole, dall’altro si dimentica completamente dei disabili e degli anziani». La denuncia arriva dal consigliere di Fratelli d’Italia alla Regione Lazio, Chiara Colosimo. «Ad oggi – spiega – infatti, non c’è stata nessuna direttiva sui centri diurni e sui centri di riabilitazione che andrebbero subito chiusi. Salvaguardando le esigenze e la salute degli anziani e delle tante famiglie alle prese con persone in casa. Anche minori, afflitte da disabilità che hanno bisogno di assistenza e che ogni giorno li frequentano».

Coronavirus, Colosimo: appello a Zingaretti

Chiara Colosimo sottolinea poi che non bisogna dimenticare, infine, «tutti quegli “invisibili” che necessitano di cure e assistenza continua. Ci appelliamo quindi al presidente della Regione, Zingaretti, affinché solleciti al premier Conte una risposta su questa situazione che rischia di degenerare in maniera drammatica. Gli anziani, i disabili e lo loro famiglie dovrebbero avere la priorità ma il Governo sembra essersene dimenticato».

Ecco perché gli anziani sono a rischio

La Società Italiana di Geriatria e Gerontologia quando è scoppiata la crisi per coronavirus ha scritto un decalogo per suggerire cautele e precauzioni da usare per gli anziani. Dai dati risulata infatti che gli anziani siano maggiormente esposti al rischio di sviluppare un’infezione più grave. «In chi ha più di 65 anni l’infezione da coronavirus può essere più aggressiva perché la senescenza del sistema immunitario e le malattie croniche espongono l’anziano a un rischio non di maggior contagio ma di sviluppare un’infezione decisamente più grave – spiega Raffaele Antonelli Incalzi, presidente della Società – Nelle casistiche cinesi i deceduti sono più anziani dei sopravvissuti e spesso hanno uno o più malattie croniche sebbene non manchino morti in giovane età».

 

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