Coronavirus: il governo è inadeguato, sosteniamo il commissario Arcuri. Ha bisogno del supporto di tutti
Commissariare il governo. Di fronte alle incertezze e ai tentennamenti, avere una guida autorevole e una parola sola al posto della cacofonia di questi giorni sarebbe auspicabile. È ovviamente una suggestione, e non resta che organizzarsi come si può. Confidando che l’arrivo di un commissario porti effettivi benefici nella gestione della crisi.
Italiani molto più responsabili del governo
Gli italiani si stanno dimostrando, ad esempio, molto più responsabili di questo esecutivo. Basta andare in giro per l’Italia, da Milano a Roma a Palermo, per rendersi conto che in corso c’è un’auto-quarantena. Negozi chiusi, locali semi vuoti, pochissime persone per strada. Il governo semina il caos e gli italiani si tutelano da soli. E forse è meglio così.
L’inganno dell’autocertificazione
Ma ci sono piaghe dolenti che vanno comunque sanate. Pensiamo alla questione dell’autocertificazione, che è un po’ come dire: fatta la legge, scoperto l’inganno. In altre parole, si può girare per l’Italia, per “comprovate esigenze lavorative” o per “situazioni di necessità”. A chi spetta la responsabilità di verificare che esigenze e necessità siano effettivamente tali? C’è una falla nel sistema di prevenzione, che poi si tramuta in una falla nel meccanismo di controllo.
Basta con le mezze misure
In casi di emergenza non esistono mezze misure, né le sfumature. O si sta tutti a casa, oppure si fa quel che si vuole. È un po’ come per le sostanze stupefacenti. Non esistono quelle leggere o quelle pesanti. La droga è droga. Punto. Anche per questo avevamo chiesto al governo di affidare la guida dell’emergenza coronavirus a una figura che fungesse da coordinamento. Le misure prese andranno probabilmente rese più stringenti, ma soprattutto occorre applicarle.
La necessità di un commissario forte
Un commissario forte, al di sopra delle parti e affidabile rappresenta quella certezza nella catena di comando e delle responsabilità indispensabile ad ottenere che tutti contribuiscano al risultato. Conte, che in un primo momento aveva chiuso a questa eventualità, alla fine ha ceduto scegliendo come commissario delegato Domenico Arcuri, l’amministratore delegato di Invitalia. Finalmente che al governo si sono resi conto di non potercela fare da soli. E adesso in bocca al lupo ad Arcuri, che ha bisogno di sostegno perché riceve un mandato importante da un governo inadeguato. Speriamo che gli diano retta. Stolto non è chi guarda alla luna. Ma chi non le presta ascolto.