Coronavirus come “fonte” di guadagni illeciti. Una vergogna: tangenti, kit fasulli, furti di mascherine

30 Mar 2020 8:34 - di Redazione
coronavirus

A Nichelino (Piemonte), si prendono tangenti per fare la sanificazione e pulizia contro il coronavirus. Kit fasulli per la diagnosi del Covid-19 a Gioia Tauro venduti online da un centro d’analisi. A Napoli, ladri entrano in ospedale e rubano mascherine, camici e tute anti virus ai medici.

Coronavirus, tangenti a Nichelino

Andiamo con ordine. A Nichelino arrestato in flagranza il responsabile Ambiente del Comune. Stava incontrando la dipendente di una ditta di pulizie che aveva due buste da tremila e cinquemila euro. Sarebbero servite per ottenere l’appalto extra sugli uffici, dopo le lamentele dei dipendenti sulla sporcizia dei locali.

I falsi kit per diagnosticare il coronavirus

A Gioia Tauro la Guardia di Finanza ha sequestrato 900 falsi kit per diagnosticare il coronavirus. Erano privi di autorizzazione e di certificazione delle autorità sanitarie. Si trovavano in un centro di analisi biochimiche. I kit venivano venduti on line su un sito web a ignari cittadini che pensavano così di aver trovato in rete la possibilità di fare da soli i test per il virus.

Il furto di mascherine e tute al Loreto Mare

Raid in piena notte al Loreto Mare di Napoli. Ignoti hanno rubato mascherine, tute, camici e altri oggetti personali. Il furto è avvenuto al pian terreno del Covid-Loreto, negli spogliatoi degli infermieri. Sono stati gli stessi infermieri ad accorgersi, durante il cambio turno, degli armadietti scassinati.

A Roma mascherine irregolari nei minimarket

A Roma gli agenti hanno sorpreso un bengalese che vendeva mascherine all’interno di un minimarket nel quartiere della Vittoria. Davanti alla cassa, hanno trovato una scatola di cartone con dentro numerose mascherine. In particolare, c’erano 51 mascherine di tipo chirurgico custodite all’interno di confezioni con tanto di foglietto illustrativo ma prive di marchio CE. Era assente anche l’indicazione del produttore e altre informazioni fondamentali per la tracciabilità, così come previsto dall’ordinamento vigente. Le mascherine erano vendute al pubblico al prezzo di 5 euro l’una.

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