Coronavirus, bomba a orologeria nei campi rom: mistero sui contagi tra nomadi. Raggi e Zingaretti che aspettano?

23 Mar 2020 18:48 - di Redazione
campi rom foto Ansa

I campi rom, agglomerati di centinaia di persone che vivono ammassate in condizioni igieniche a dir poco precarie. In un momento emergenziale come quello che stiamo vivendo. In cui la precauzione numero uno da osservare è quella di lavare e disinfettare spesso le mani. E sanificare gli ambienti, rischiano di diventare una bomba a orologeria pronta a esplodere da un momento all’altro. Con deflagrazioni nel tempo di cui è impossibile al momento prevedere le ricadute. Dunque, sulla situazione epidemiologica dei campi rom, al momento vige il più fitto mistero. Si sa, per ora, solo quanto spiegato in queste ore dal sito de Il Giornale, in base al quale, a Roma, ci «sarebbero quattro i nomadi positivi al virus secondo l’associazione Nuova Vita. Uno di loro sarebbe ricoverato allo Spallanzani. Ma l’ospedale smentisce. E nei campi della capitale scattano le verifiche delle Asl».

Coronavirus, mistero sui contagi nei campi rom

Al momento l’ospedale Spallanzani di Roma, per quanto riguarda la capitale, smentisce in una nota la presenza di cittadini di etnia rom nelle sue corsie. Testualmente la comunicazione recita: «Presso questo Istituto non sono, allo stato, ricoverati cittadini di etnia rom». Eppure, le associazioni che fanno capo alla comunità rom come Nuova Vita-Figli dello Stesso Padre, menzionata dal quotidiano diretto da Sallusti, continuano a ribadire «che un ragazzo sarebbe in cura proprio nello stesso istituto». Di più: secondo quanto sostenuto da un articolo del Messaggero, ripreso e rilanciato da Il Giornale, si tratterebbe «di un 33enne residente in una casa popolare del Quarticciolo, che dall’11 marzo si troverebbe nel reparto di terapia intensiva in gravi condizioni. “Non posso rivelare la sua nazionalità per motivi di privacy. Ma di certo sulla sua carta d’identità non c’è mica scritto che è rom”, spiega a Il Giornale.it Najo Adzovic, presidente della stessa associazione ed ex delegato del sindaco ai rapporti con la comunità all’epoca dell’amministrazione Alemanno».

Le associazioni coinvolte parlano di 4 possibili contagiati

E visto che si parlava di 4 possibili contagi, i quotidiani citati poco sopra, fanno sapere che altri due nomadi risultati positivi sarebbero in isolamento domiciliare con sintomi di lieve entità. Mentre un presunto quarto contagiato sarebbe stato trasferito a Viterbo. La conferma, allora, arriverebbe sempre da Adzovic, il quale garantisce di essere in continuo contatto con la comunità rom capitolina come con quelle di altre città, proprio per assicurare un monitoraggio costante della situazione. Tanto che, sempre il presidente di Nuova Vita aggiunge: «Anche stasera è prevista una riunione via Skype con tutti campi di Roma».

Raggi e Zingaretti che aspettano a intervenire?

Da quanto possiamo dedurre, quindi, negli insediamenti rom non ci sarebbero casi di contagio. Ma possiamo esserne certi? O dobbiamo limitarci solo a guardare la bomba sanitaria prima che esploda? Quel che è certo, al momento, è quanto denunciato da diverse associazioni fin qui, tra cui sempre Nuova Vita e 21 Luglio: nessuna misura precauzionale è stata disposta nei vari insediamenti. Nessuno ha distribuito mascherine e disinfettanti nelle baraccopoli. Nessuno ha fatto opera di informazione e prevenzione. Raggi e Zingaretti, cosa aspettano a intervenire? Stamattina, peraltro, apprendiamo dal Messaggero, si è riunito l’Ufficio speciale del Comune per i Rom, Sinti e Caminanti, che ha discusso della distribuzione di generi di prima necessità che dovrebbero essere portati nei campi rom. Mentre le Asl di competenza, nei prossimi giorni, si occuperanno di condurre le verifiche del caso.

 

 

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