Buste esplosive, intercettati dalle Poste altri tre pacchi sospetti a Roma e Viterbo

11 Mar 2020 13:51 - di Redazione
BUSTE ESPLOSIVE

Le Poste hanno intercettato, fra le province di Roma e Viterbo, altri tre pacchi sospetti, simili alle buste esplosive che, nei giorni scorsi, hanno provocato tre feriti. I tre plichi sono del tutto simili alle tre buste esplosive già recapitate nella Capitale.

A segnalare i plichi gli impiegati dei Centri di smistamento di Fiumicino, Castel Madama e Ronciglione.
I pacchi hanno destato subito sospetto proprio perché simili alle tre buste esplosive precedenti. E, per questo, le Poste hanno allertato le forze dell’ordine.

Nei giorni scorsi altri plichi sono arrivati a Roma, l’ultimo al portiere 54enne di un residence di lusso in zona Ponte Milvio.

I plichi avrebbero tutti le stesse caratteristiche di confezionamento: una busta gialla A4 contenente una scatoletta di legno con innesco ed esplosivo. Esattamente come le tre buste esplosive che, nei giorni scorsi, hanno ferito tre donne dopo che avevano aperto le buste.

La prima busta è esplosa la sera del 1 marzo al Centro Smistamento Poste di via Cappannini, a Fiumicino. E ha ferito un’addetta del Centro smistamento. Ma il plico era indirizzato a un’ex-dipendente dell’Università di Tor Vergata.
E, come “mittente” riportava proprio l’Ateneo.

La seconda busta è esplosa alle 18.30 del 2 marzo in via Piagge, al Nuovo Salario, in un’abitazione privata. E ha ferito la donna a cui era indirizzata, un’ex-dipendente Inail e che l’ha aperta tranquillamente senza sospettare nulla.

La terza busta esplosiva è arrivata in un’altra abitazione in via Fusco, alla Balduina. E ha ferito una 68enne alle mani e al viso. E’ un’ex-impiegata nel settore delle biotecnologie all’Università Cattolica del Sacro Cuore. Che ha riportato ustioni su mani e viso.
In tutti e tre i casi le donne hanno avuto prognosi dai 10 ai 30 giorni.

Su questa serie di buste esplosive in Procura di Roma è aperto un fascicolo per attentato con finalità di terrorismo e lesioni personali. E a coordinare le indagini sono il procuratore aggiunto Francesco Caporale e il pm Francesco Dell’Olio.
La pista seguita finora sarebbe quella legata ai movimenti anarchici e antimilitaristi ma ancora non ci sono rivendicazioni.
In un caso uno dei responsabili stato ripreso dalle telecamere.

Gli investigatori della Digos avevano già avvertito che, con molta probabilità, vi erano altre buste esplosive in circolazione.
Il 5 marzo scorso un’altra busta esplosiva era arrivata all’avvocato Paolo Giachini. Che, avendo sentito dei pacchi bomba recapitati pochi giorni prima, si è insospettito e ha chiamato i carabinieri.

La busta è arrivata nella stessa abitazione in cui il legale ospitò Erich Priebke, ai domiciliari dopo la condanna per la strage delle Fosse Ardeatine e deceduto nell’ottobre 2013.

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