Buste esplosive, modalità costruttive simili ma non identiche a quelle dei vecchi anarchici
Prende corpo la pista anarchica antimilitarista per le tre buste esplosive che hanno ferito, anche se in maniera non grave, tre donne a Roma e Fiumicino.
E’ questo quanto emerso al termine di un vertice in Procura fra i magistrati capitolini e gli investigatori del Ros e della Digos. Che hanno fatto il punto sulla vicenda delle tre buste esplosive.
In particolare si ritiene che dietro questi gesti possano esserci frange antimilitariste. Che vogliono protestare contro gli accordi siglati dalle Università di Tor Vergata e della Cattolica del Sacro Cuore con l’Aeronautica militare e con il Corpo d’Armata di Reazione Rapida della Nato.
Al momento però non sono arrivate rivendicazioni.
La prima delle tre buste esplosive ha preso fuoco domenica notte. E ha ferito un’addetta del Centro smistamento posta di Fiumicino. Era indirizzata a un’ex-dipendente dell’Università di Tor Vergata. E come mittente riportava proprio l’Ateneo romano.
La seconda delle tre buste esplosive si è incendiata proprio nelle mani della destinataria, un’ex-dipendente Inail. Che abita al Nuovo Salario. E che ha riportato 20 giorni di prognosi. In questo caso non si capisce, per il momento, che connessione possa avere questo episodio con gli altri due.
L’ultima delle tre buste esplosive è andata in fiamme ieri sera in via Fusco alla Balduina. La destinataria, una 68enne ex impiegata nel settore delle biotecnologie all’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha riportato ustioni su mani e viso con prognosi di 30 giorni.
A quanto emerso dalle indagini, le tre donne non si conoscono fra loro. Ma i presunti mittenti delle rispettive buste erano noti ai destinatari.
Le tre buste esplosive erano del tutto simili fra loro. E, secondo gli inquirenti, sarebbero stati fatti da una stessa persona.
La Procura di Roma ha aperto, intanto, un fascicolo di indagine per attentato con finalità di terrorismo e lesioni.
A condurre le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Francesco Caporale e dal pm Francesco Dall’Olio, sono Digos e carabinieri del Ros.
Inquirenti e investigatori non escludono inoltre che possano esserci altre buste esplosive in circolazione come quelle esplose nelle ultime ore.
Per questo sono state allertate le Poste Italiane. Che dovranno effettuare controlli su plichi e pacchi in transito al Centro smistamento posta di Fiumicino.
Quel che è certo è che le modalità costruttive delle tre buste esplosive si differenziano da quelle nuove inviate dagli anarchici negli anni scorsi.
Questa circostanza unita al fatto che tutti i vecchi anarchici sono, da tempo, oramai in carcere fa ipotizzare che dietro le ultime tre buste esplosive possano esservi le nuove leve dell’anarcoinsurrezionalismo.
Dalla quantità di esplosivo contenuta nei plichi emerge la volontà di fare male, ferire, ma non uccidere.
E’ l’idea che si stanno facendo inquirenti e investigatori.
Sono in corso ancora accertamenti sul tipo di esplosivo utilizzato e sui plichi in busta A4 gialla con all’interno una scatolina in legno contenente l’innesco che si attiva all’apertura della busta. Ad occuparsene saranno, probabilmente, i carabinieri del Racis di Roma.