Brusaferro (Istituto Superiore di Sanità): «Non illudiamoci, la vita non tornerà come prima»

30 Mar 2020 12:08 - di Redazione
Brusaferro

I dati arrivano ogni giorno. Si cerca di capire, si spera. Tutta l’Italia incollata alla tv per sapere, per immaginare cosa accadrà nei prossimi giorni. Niente facili ottimismi. «Il virus rallenta ma solo dopo i dati di Pasqua si potranno rivedere i divieti». A dirlo, in una intervista a “Repubblica”, è Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di Sanità. Che avverte: «Anche quando i casi di coronavirus scenderanno a zero, la vita non tornerà come prima per un bel po’ di tempo. Almeno finché non verrà trovato un vaccino o un farmaco efficace contro la malattia».

Brusaferro: bisogna arrivare a Pasqua

Brusaferro spiega che «il rallentamento c’è. Assistiamo a un appiattimento della curva, non ci sono ancora segnali di discesa ma va meglio. Le importanti misure che sono state adottate stanno mostrando i loro effetti». E ribadisce l’importanza di «arrivare a Pasqua e poi guardiamo i dati per stabilire come procedere. Va vista l’evoluzione dell’epidemia».

«Nel mondo non ci sono esempi da seguire»

«Purtroppo nel mondo non ci sono esempi da seguire»,  dice. «Saremo i primi a fare una operazione del genere e stiamo studiando vari modelli. Il problema è capire quali forme di apertura garantiscono che la curva non torni a crescere».

Brusaferro e il caso degli anziani

Poi, Brusaferro parla della possibilità di valutare la misura di tenere a casa certe categorie di persone, magari in base all’età. «Parliamo di persone fragili e anziani»,  spiega. «Dobbiamo proteggerli, creare reti di supporto e valutare come impatterebbero certe misure su di loro».

I dati sui morti e sui contagi nel mondo

Sono già 34.005 i morti a causa del coronavirus nel mondo, stando agli ultimi dati aggiornati della Johns Hopkins University. Il numero dei contagi complessivo è di 723.328 mentre i guariti sfiorano i 152mila. Il virus è diffuso ad oggi in almeno 177 Paesi.  Italia, Cina, Iran e Spagna sono i Paesi più colpiti per numero di morti mentre gli Stati Uniti con oltre 143mila sono il Paese con maggior numero di casi.

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