Boccia: «Col decreto perdiamo 100 miliardi al mese». Lucaselli (Fdi): «Serve una task force permanente»

23 Mar 2020 13:28 - di Redazione
Vincenzo Boccia presidente Confindustria Ansa foto

«Con questo decreto si pone una questione che dall’emergenza economica ci fa entrare nell’economia di guerra. Il 70% del tessuto produttivo italiano chiuderà». Sono le parole allarmate  di Vincenzo Bocciapresidente di Confindustria, ospite di Circo Massimo su Radio Capital. Parole a cui seguono, immediatamente dopo, i numeri. «Il 70% del tessuto produttivo italiano – sottolinea Boccia – chiuderà. Se il Pil è di 1800 miliardi all’anno, vuol dire che produciamo 150 miliardi al mese. Se chiudiamo il 70% delle attività vuol dire che perdiamo 100 miliardi ogni 30 giorni».

L’allarme di Boccia: «Con l’ultimo decreto entriamo nell’economia di guerra»

Un quadro disarmante, rispetto al quale, sempre via radio, il presidente di Confindustria sottolinea che «dobbiamo porci due domande: come far arrivare i prodotti essenziali a supermercati e farmacie. E come fare per far riaprire le imprese e riassorbire i lavoratori, visto che la cassa integrazione aumenterà», aggiunge. E ancora: «Dobbiamo occuparci e preoccuparci di come uscire da questa criticità per evitare che molte aziende, se non tutte, per crisi di liquidità potrebbero non riaprire più nel giro di poche settimane»… Quanti giorni – aggiunge Boccia – quanti mesi può sopravvivere un’azienda che arriva a fatturato zero?». Del resto, riassume la situazione il numero uno di Confindustria, «con questo nuovo decreto sono moltissime le persone che rimangono a casa. Se si calcola che resta aperto solo il 20-30% delle attività intese come essenziali. È un’operazione massiva che costerà tanto, allo Stato e a tutti noi. Ci avviamo a mesi difficili e dobbiamo evitare di non pensare alla “fase 2”. Dobbiamo vincere la battaglia contro il virus e almeno per la difesa, non dico il rilancio, dell’economia».

Serve un piano perché lavoratori e imprenditori superino questa fase drammatica

Per Boccia, «la preoccupazione non basta. Serve l’azione per fare in modo che lavoratori e imprenditori superino questa fase di transizione. Abbiamo proposto al governo di allargare un fondo di garanzia che permetta di avere liquidità di breve alle imprese per superare questa fase di transizione. Usciremo tutti con un debito, ma che potrà essere pagato a 30 anni. Come un debito di guerra, appunto. Dobbiamo intervenire per fare in modo che, quando tutto sarà finito, le aziende riaprano e tutto, con gradualità, torni alla normalità». Normalità: una parola davvero difficile da pronucniare in questi giorni di pandemia e di emergenza infinita.

L’appello ai sindacati sull’annuncio dello sciopero

Giorni in cui, i sindacati hanno giudicato negativamente il decreto e non escludono una mobilitazione.  Ma a riguardo Boccia rileva anche: «Sciopero generale? Non capisco su cosa. Non ho capito cosa si dovrebbe fare più di quello che si è fatto. Cerchiamo di essere compatti sui fini. Ai sindacati chiedo di guardare alle cose con grande buon senso. È un momento delicato della vita del Paese e noi siamo con loro per condividere l’obiettivo del decreto: garantire imprese, lavoratori, imprenditori, filiere dei beni essenziali. E insieme costruire le condizioni perché queste aziende possano riaprire superata la fase di criticità e non chiudere definitivamente. È nell’interesse del Paese, non solo dei sindacati», asserisce con chiarezza Boccia.

Garantire liquidità alle imprese e costruire un’operazione di opere pubbliche

Poi, dopo l’allarme, la proposta: Ora – dichiara Boccia in conclusione – bisogna lavorare su due strumenti necessari: garantire alle imprese la liquidità e costruire un’operazione di opere pubbliche in modo che la domanda pubblica possa compensare il calo di domanda privata. Oggi parliamo di numeri più rilevanti del decreto da 25 miliardi. E bisogna prenderne consapevolezza. L’Ue lo ha già fatto sospendendo il Patto di stabilità»…

Coronavirus: Lucaselli (Fdi), governo formi task force permanente

«Il Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia fornisce la cifra devastante del conto economico del Coronavirus: 100 miliardi al mese di Pil perduto. A questo va associato il grido di dolore proveniente ogni giorno dalle rappresentanze del mondo delle imprese, dalla produzione alla distribuzione». La deputata di Fratelli d’Italia Ylenja Lucaselli, rilancia l’allarme economico di Boccia e aggiunge: «Siamo di fronte ad una crisi che rischia di mettere in ginocchio la nostra economia in maniera irreversibile. Per questo motivo, il governo deve cambiare metodo di lavoro. Finora la refrattarietà al confronto ha portato a misure insufficienti. Piene di zone grigie se non proprio di paradossi. Espressione più significativa è il decreto Cura Italia. È arrivato il momento di istituire una task force permanente. Composta da imprenditori, economisti, esperti di finanza, rappresentanti del mondo delle professioni. Finora l’approccio alle misure economiche è sembrato dettato, troppo spesso, da pregiudizi e luoghi comuni. Mai come ora è necessario cambiare la prospettiva fiscale e nel rapporto con l’Europa. Non si può sbagliare. Non si può sbagliare», conclude la Lucaselli…

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