A messa sì, ma fedeli a un metro di distanza l’uno dall’altro… Il commento di Cardini

5 Mar 2020 15:06 - di Redazione

A messa sì, ma a distanza di sicurezza. La diocesi di Roma, recependo il decreto sull’emergenza Coronavirus, fa sapere che si potranno celebrare le messe feriali e festive “purché il luogo di culto consenta di rispettare le misure di precauzione ritenute fondamentali dalle Autorità competenti”, vale a dire il metro di distanza tra una persona e l’altra. Sospese invece fino al 15 marzo “tutte le attività pastorali non sacramentali”.

Possibili anche le celebrazioni all’aperto. Valgono altresì le indicazioni già fornite nella Comunicazione della Segreteria Generale del Vicariato di Roma del 3 marzo: omissione del segno dello scambio di pace, ricezione della Santa Comunione sulla mano e svuotamento delle acquasantiere. Chi avesse difficoltà o comunque lo ritenesse più opportuno, potrà predisporre delle celebrazioni all’aperto. Soprattutto nel settore Centro, si invitino i fedeli a partecipare alle celebrazioni nelle chiese più grandi”.

Cardini: noi come bambini dinanzi all’epidemia

L’ansia da contagio detta legge anche nella sfera del sacro. Ma più in generale, secondo lo storico Franco Cardini, l’Occidente sta reagendo in modo infantile all’epidemia da coronavirus.

«Si è persona – dice in un’intervista a La Stampa – se si entra in relazione con gli altri, relativizzando se stesso rispetto alla società. Aver reciso il cordone con il sacro ha portato ad assolutizzare l’individuo e ciò spiega perché ci comportiamo da bambini sciocchi davanti al Coronavirus. Noi occidentali abbiamo scoperto una quantità di cose, abbiamo fatto progredire la conoscenza umana ma abbiamo perso il senso del sacro».

E continua: “La nostra fede in Dio zoppica. Oggi non faremmo mai una novena affinché Dio ci liberi dall’epidemia. Sarebbero gli stessi medici cattolici ad ammonirci di pregare in casa. L’epidemiologia moderna è un incentivo alla nostra carenza di fede. Siamo dentro un cortocircuito da cui non riusciamo a uscire. Oggi la gente si preoccupa dei pericoli naturali e solo in un secondo momento pensa che Dio ci aiuti. Dilaga l’errata convinzione che pregare privatamente e pregare insieme siano la stessa cosa”. Cardini spiega che “la preghiera privilegiata è quella che il popolo di Dio fa, ordinatamente, tutto insieme. Una volta durante le epidemie si organizzavano novene e processioni per invocare la protezione divina, oggi si chiudono le chiese. Non andiamo a messa e quindi ci rassegniamo all’isolamento. La prudenza è sacrosanta e la scienza è preziosa, ma manca una riflessione più ampia”.

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *