Serra mentre siamo in emergenza pensa all’Anpi: prendete la tessera, l’antifascismo è necessario
Michele Serra lancia un accorato appello su Repubblica: “Che il nazismo sia tornato in mezzo mondo, come pensiero e come azione, è un’evidenza di cronaca”. Il rimedio secondo lui dinanzi all’emergenza fascismo, mentre impazza la vera emergenza che è quella del contagio da Covid-19, sarebbe iscriversi all’Anpi.
“Qualificarsi come antifascisti, nel 2020, costa lo sforzo minimo di dirlo e di farlo. E di prendere o riprendere la tessera dell’Anpi (cosa che farò lunedì e invito i miei lettori a fare). Come risposta in chiaro alle gesta occulte dei tracciatori di svastiche. Un aumento degli iscritti all’associazione partigiani – continua Serra – sarebbe di conforto, in questo momento, a chi ha la porta di casa segnata, o vede la propria memoria o i propri morti esposti allo sghignazzo”.
Ci sarebbe da ribattere che anche chi coltiva la memoria delle vittime delle foibe è stato di recente esposto allo sghignazzo, e con l’avallo proprio dell’Anpi. L’associazione ha infatti patrocinato convegni negazionisti che hanno suscitato non poche polemiche.
Il quotidiano La Verità, in un articolo di Francesco Borgonovo, fa notare che Michele Serra nel 2016 annunciò che avrebbe restituito la tessera Anpi. “La ragione della grande rinuncia risiedeva nell’atteggiamento tenuto dall’Anpi durante la campagna sul referendum costituzionale voluto da Matteo Renzi. In quell’occasione sempre Serra accusò l’Anpi di fare un uso indebito della propria funzione. Cioè fa un uso politico della memoria distribuendo patenti di legittimità contro le destre e contro chiunque non intende farsi irreggimentare nei canoni del pensiero unico.
Semmai allora proprio per richiamare l’Anpi alle sue funzioni di custode della memoria sarebbe bene non prendere quella tessera, perché un conto è conservare la memoria storica un conto è legittimarsi come interlocutore politico senza avere i voti e i consensi. E soprattutto quando ormai gli ex partigiani in circolazione sono poche decine.
Adesso metteranno in
giro la voce che il coronavirus è di destra