Santori fa il gradasso: «Noi Sardine terrorizziamo i Cinquestelle, quella foto con Benetton…»

15 Feb 2020 13:05 - di Franco Bianchini
Santori

Continua ad esternare, Mattia Santori. Si sente un leader perché è il “capo” delle Sardine. Come se le Sardine fossero il centro dell’universo. Parla come se avesse tutti nelle mani. Detta legge e regole. Si sente forte, idolatrato com’è dai “sinistri” di ogni forma e misura. Trova nuovi nemici, che non sono quelli del piddì ma Salvini e i grillini.

Santori, i Cinquestelle e Benetton

Il nuovo attacco è proprio contro i pentastellati. Anziché scendere in piazza sui vitalizi, i Cinquestelle «pensino piuttosto ai decreti sicurezza. Da loro riceviamo solo attacchi, da quando è uscita la foto con Benetton hanno rivelato il terrore che hanno nei nostri confronti. Forse l’uscita di Stephen Ogongo dalle sardine romane non è stata casuale». Lo dice Mattia Santori a “Repubblica”. «I tanti delusi del M5S guardano con favore alle Sardine. Ma sarà un processo lungo», spiega Santori. Nell’intervista si sofferma anche sui problemi e sulle tensioni della maggioranza.

Il leader delle Sardine e la prescrizione

«La prescrizione è un pretesto. La percezione di chi vede da fuori i palazzi della politica è che non si stia inseguendo una linea politica, ma le prossime elezioni. Ci sono tanti bombaroli all’interno. Ed è un peccato, non tanto per questo governo, ma perché ancora una volta viene messo in secondo piano il governo e il bene del Paese rispetto a personalismi e a convenienze elettorali».

Il “ritornello” di Santori sui decreti sicurezza

L’abrogazione dei decreti sicurezza «è quello che vorremmo, ma non dipenderà solo da Conte. Sono l’emblema di come si costruisce consenso sulla pelle della povera gente. Poi ribadiremo il tema della democrazia digitale, perché tutti noi abbiamo subito l’odio on line», spiega il leader delle Sardine. Che, sull’incontro con il premier, dice: «Siamo in contatto, ma chiaramente osservando l’andamento di questi giorni l’incontro con le Sardine non è certo una priorità. Valuteremo nei prossimi giorni».

Le “escursioni” a Palazzo Chigi

La telefonata che c’è stata la scorsa settimana «è stata una chiacchierata amichevole, l’idea era di fare un incontro diverso dal solito. Non con una delegazione a Palazzo Chigi: magari quello lo visiteremo, ma poi vogliamo uscire . E abbiamo chiesto di essere più numerosi di un gruppetto di tre o quattro. Non vogliamo passi un messaggio sbagliato. In questo momento non abbiamo organi eletti né rappresentativi di tutto il movimento, per questo non cerchiamo un incontro formale».

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