Rifiuti nel Lazio: impianti semivuoti ma paghiamo il doppio per portarli fuori regione. Il caso Rida Ambiente
Nel Lazio gli impianti sono semivuoti ma si paga il doppio per portare i rifiuti fuori regione. Ad Aprilia l’impianto della Rida Ambiente lavora a mezzo servizio. Come riporta il sito 7 Colli.it, secondo l’autorizzazione della Regione Lazio potrebbe trattare oltre 400mila tonnellate di rifiuti all’anno. Ma nell’impianto di trattamento ai margini della via Pontina di rifiuti ne arrivano meno della metà. È quanto denuncia in una lettera Fabio Altissimi, presidente del cda che amministra l’impianto. Lettera che è stata inviata a tutti i soggetti istituzionali interessati, nessuno escluso.
Rifiuti, c’è chi viene lasciato a mezzo servizio
Dovranno rispondere la Regione Lazio nella persona dell’assessore Massimiliano Valeriani e della direttrice delle politiche ambientali e ciclo dei rifiuti Flaminia Tosini. Ma sono interpellati anche il presidente Nicola Zingaretti e il sindaco di Roma Virginia Raggi. La lettera è stata inviata anche ai vertici dell’Ama e alla Corte dei Conti. La domanda è semplice e diretta. Se c’è un’emergenza rifiuti nella capitale, perché si porta la spazzatura fuori Regione pagando di più? A maggior ragione secondo Rida, quando c’è un impianto che sarebbe in grado di dare una grossa mano. Ma che viene lasciato lavorare a mezzo servizio.
Rifiuti, la lettera della Rida Ambiente
«Appare paradossale – si legge nella lettera – e certamente sotto gli occhi di tutti quanto accaduto da 14 mesi ad oggi. E cioè a partire dall’incendio dell’impianto di via Salaria. Impianti di trattamento meccanico riavviati dalla Regione Lazio e messi in funzione a pieni regimi. Termovalorizzatori che in soli 14 mesi diminuiscono di 120mila tonnellate annue la disponibilità fino a quel momento contrattualizzate col nostro impianto. Discariche laziali che pur a fronte di provvedimenti del Tar Lazio e determinazioni regionali, non si rendono disponibili ad effettuare la omologa dei rifiuti prodotti dal nostro impianto».
I rifiuti indifferenziati portati fuori
E poi ancora: «Ama che, all’esito di istruttorie carenti, si determina dopo 5 anni di collaborazione a non avvalersi più dell’impianto della Rida Ambiente. La conseguenza di tali circostanze è che un impianto tbn viene utilizzato per meno della metà di quanto autorizzato. E nel frattempo si esportano fuori regione rifiuti indifferenziati con accordi interregionali emessi dalla Regione Lazio a costi e impatto ambientale sempre più alti». L’impianto scrive Altissimi, è autorizzato a trattare oltre 409mila tonnellate di rifiuti.
Tariffe alle stelle
Portare in discarica i rifiuti ha un costo che aumenta se la spazzatura portata fuori Regione. E le amministrazioni pagano, scrive 7Colli.it, con i soldi delle tasse dei cittadini. E della bolletta Tari che arriva puntuale ad ogni famiglia. Le tariffe sono fissate dalla Regione Lazio, ed è qui che scoppia la guerra. Qualcosa non quadra, almeno secondo Fabio Altissimi. Nella sua lettera snocciola cifre e numeri precisi. Gli affidamenti dei rifiuti verso gli impianti di trattamento laziali e i relativi corrispettivi sono fissati in una determinazione regionale, la 9 del 2020. Ma sempre secondo Altissimi, l’offerta della Rida Ambiente di trattare il rifiuto per 80 euro a tonnellata sarebbe stata giudicata dalla Regione troppo alta. E quindi non conveniente. Peccato che sugli altri impianti di trattamento dei rifiuti del Lazio, i costi di conferimento autorizzati sarebbero pari a circa il doppio.
Evviva. Sempre mejo.