Ribaltone anche a Sanremo, il Festival delle contraddizioni e delle esagerazioni

11 Feb 2020 17:02 - di Federico Gennaccari
Sanremo

Sanremo e la politica, riceviamo da Federico Gennaccari e volentieri pubblichiamo:

Caro direttore,

Il voto popolare non conta nemmeno per il Festival di Sanremo. Potrebbe sembrare una barzelletta e invece anche per il Festival della Canzone bisogna registrare il ribaltone che ha fatto vincere Diodato con “Fai rumore”. Anzi un doppio ribaltone. Perché Francesco Gabbani e la sua “Viceversa” aveva ottenuto più consensi non solo dal televoto: (Diodato addirittura terzo dietro i Pinguini Tattici Nucleari); ma pure dalla giuria demoscopica. E invece il solo voto della sala stampa (57,9 contro 24,1) ha ribaltato tutto.

Sanremo, come nel 2019

Si è ripetuto il copione del 2019. Allora era stato a favore di Mahmood ai danni di Ultimo. Nonostante le correzioni: l’anno scorso era stata determinante la Giuria dei Vip, denominata Giuria di Qualità, quest’anno abolita. E allora a questo punto si impone l’abolizione del televoto. Non si possono più prendere per i fondelli gli italiani ai quali oltretutto per votare viene chiesto pure di pagare 51 centesimi a voto.

Penalizzate le belle canzoni

Un esito che in qualche modo “penalizza” due belle canzoni. Con Gabbani che sicuramente confermerà il suo successo (come ha fatto Ultimo l’anno scorso in tour per gli stadi). Mentre Diodato ha un’occasione per farsi apprezzare da un pubblico più vasto. Un epilogo che si potrebbe definire all’insegna del “politicamente corretto”: anche perché Diodato, sostenuto anche dalle Ong, è uno di quegli artisti che nel 2018 aveva aderito alla campagna del giornale Rolling Stone contro Salvini, mentre Gabbani in questi giorni sul palco si è presentato anche vestito da astronauta che sventolava il tricolore.

Sinceramente tutti hanno pensato che esagerasse Salvini quando ha affermato che non avrebbe seguito il Festival. Perché “a Sanremo hanno già deciso che vinceranno tutti quelli politicamente corretti e di sinistra”.  Invece il ribaltone per far vincere Diodato sembra dargli ragione.

Se aggiungiamo che tra i Giovani ha vinto Leo Gassmann con “Vai bene così”, figlio di Alessandro Gassmann che più volte ha polemizzato con il centrodestra, il quadro si fa ancora più completo. D’altronde sono anni che la sinistra tenta di trasformare Sanremo in un evento “politicamente corretto”, ma nonostante tutto, ciò non si tramuta in consensi.
Il ribaltone rappresenta un pessimo epilogo per il Festival della coppia Amadeus-Fiorello. Che ha vinto la sfida degli ascolti, allungando oltremisura la durata delle serate per far alzare lo share. Si è confermato il Festival come evento di spettacolo televisivo perché questa edizione ha davvero maltrattato i cantanti in gara.

Quando ne fai cantare parecchi dopo la mezzanotte, si capisce che la scelta è quella di privilegiare lo spettacolo e gli ospiti, ma non gli artisti in gara. Mentre invece è andata bene ai giovani che si sono esibiti a inizio serata.
Troppi 24 cantanti in gara, troppi ospiti canori italiani, buona la serata dei duetti. Ma a parte la reunion di Albano-Romina e dei Ricchi e Poveri complessivamente molto lacunosa la celebrazione dei 70 anni di Festival. Non sono stati mai citati né Claudio Villa né Luigi Tenco. Potevano essere invitati oppure presenti in un video anche illustri protagonisti dei Festival del passato: Iva Zanicchi, Peppino Di Capri e altri. Sarebbero bastati quattro minuti a serata per un collage completo, non sarebbe servito di più.

Sanremo, esagerazioni e contraddizioni

Questo è stato il Festival delle spese inutili ed esagerate (compensi troppo alti per alcuni ospiti, davvero superflua la presenza delle fidanzate di Ronaldo e Valentino Rossi). Sarà ricordato innanzitutto tutto per la squalifica e la lite tra Bugo e Morgan (è stato fedele al titolo della sua canzone “Sincero”): e poi per i travestimenti di Achille Lauro per interpretare la sua “Me ne frego” portando in scena personaggi che se ne sono fregati dei loro tempi.

Ricorderemo inoltre le due maschere: quella di Gessica Notaro per coprire la violenza subita; mentre Junior Cally con la sua maschera ha fatto carriera “celebrando” anche la violenza sulle donne. Eh sì perché questo Festival è stato spesso contraddittorio: la sua caratteristica era il fatto di essere contro la violenza sulle donne: poi però alle due di notte ha presentato il nuovo film di Fausto Brizzi: al centro di una brutta vicenda sulla quale resta ancora qualche dubbio; perché in taluni casi le ragazze hanno presentato la denuncia oltre i termini previsti per le denunce di stupro.
La Rai senza dubbio ricorderà questo Festival perché ha fatto il pieno di pubblicità e ha già chiesto il bis ad Amadeus, ma Fiorello, saggiamente, si è già sfilato.

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