Prescrizione, Renzi dà l’ultimatum a Conte: “Se vuole cacciarci ce lo dica”

8 Feb 2020 16:01 - di Marta Lima

“Non voteremo un pasticcio, non siamo attaccati alle poltrone. Se Conte vuole cacciarci dal governo, lo
dica. Sono i punti fermi di Italia Viva”. E’ un Matteo Renzi cocciuto e determinato quello che consegna il suo ultimatum al governo e al premier, parlando al “Corriere della Sera“. Anche se precisa che le dimissioni dei ministri Bellanova e Bonetti del sottosegretario Scalfarotto dal governo non sono all’ordine del giorno.

“Il governo vada avanti, ma se Conte non ci vuole…”

“Per noi devono andare avanti. Se invece il Pd – nota Renzi – ha voglia di occupare anche questi altri tre scranni glieli lasciamo domattina. Per noi i principi valgono più delle poltrone. Noi non vogliamo far dimettere nessuno, vogliamo lavorare. Ma se per fare il ministro dobbiamo rimangiare secoli di civiltà giuridica si sappia che non abbiamo problemi a fare un passo indietro. Decida Conte: se vuole cacciarci, basta dirlo. Se vuole tenerci, lavoriamo. Nell’uno e nell’altro caso noi non votiamo il pasticcio prescrizione: le idee vengono prima delle poltrone”. Renzi precisa. “Noi non stiamo al Governo a tutti i costi. Ci stiamo – puntualizza – per mantenere alta la bandiera del riformismo e per aiutare l’Italia. Se Conte vuole sostituirci con una pattuglia di deputati e senatori di Forza Italia, noi ci facciamo da parte con eleganza e stile. Possiamo rinunciare alle poltrone ma non possiamo rinunciare ai valori. Noi siamo e saremo garantisti: non diventeremo giustizialisti per una poltroncina. Non noi, almeno”.

Renzi e le remore sulla riforma della prescrizione

Iv sembra un oggetto estraneo, un pò di al di fuori della maggioranza Pd-M5s-Leu? Renzi lo smentisce: “Non siamo isolati, siamo garantisti. E anche se il premier sembra non capire la differenza tra giustizialismo e garantismo, per noi si tratta di un valore importante. Forzare sulla prescrizione è oggettivamente assurdo in un momento nel quale abbiamo il coronavirus, l’incidente del Frecciarossa, il Pil negativo.
“E tuttavia – continua il leader di Iv – la forzatura viene dai giustizialisti, non da noi. Noi non stiamo forzando: abbiamo solo chiesto di prenderci tempo con il lodo Annibali. Un anno per riflettere sulle soluzioni migliori e gli altri invece insistono sulla bandierina Bonafede. Capisco i Cinque Stelle che sono in una crisi spaventosa. Mi sfugge invece il motivo per cui il Pd debba ammainare la bandiera garantista dopo aver vinto in Emilia-Romagna grazie a un presidente riformista: ci saranno ragioni che io non conosco, ma e’ politicamente e logicamente inspiegabile”.

La fine della legislatura e il voto

Governo e maggioranza possono arrivare al termine della legislatura “se ci si rispetta. Io non posso far parte di una cultura manettara. E lo dice uno che ha alzato i termini della prescrizione, che ha lottato per cambiare le leggi di Forza Italia su questi argomenti. Ma no, non sarò  mai dalla parte di chi si professa giustizialista. Al 2023 ci arriviamo – conclude – se smettiamo di inseguire il populismo. Il populismo economico è quello del reddito di cittadinanza, il populismo giuridico si chiama giustizialismo”.

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