Malati di Sla colpiti dalla stangata. Sotto accusa la Raggi e Zingaretti: «Tutta colpa vostra». Le storie
«Una mannaia si è abbattuta sui malati di Sla e su tutte le gravissime disabilità della Regione Lazio». Lo denuncia Viva la Vita onlus, che assiste le persone affette da Sla e da altre rare patologie. «Sono giorni che piovono in associazione decine e decine di segnalazioni, tutte drammatiche, per i tagli che la Regione Lazio e il Comune di Roma stanno imponendo ai malati che assistiamo».
Malati di Sla praticamente “esclusi”
Il 6 febbraio il Comune di Roma ha comunicato che potranno accedere al fondo per la disabilità gravissima solo gli utenti con almeno 50 punti in graduatoria. «Un fondo sociale, nato inizialmente solo per la Sla, che vede esclusi proprio gran parte dei malati di questa patologia», accusa la onlus.
Dito puntato contro la Raggi e Zingaretti
«Presidente Zingaretti e sindaca Raggi, avete dimenticato i malati di Sla e tutti quei malati gravissimi in analoghe condizioni», accusa la onlus. «Di nuovo, nelle piazze e nelle strade, immobili guerrieri faranno sentire il fragore del loro silenzio. Viva la Vita onlus si mobiliterà in una protesta di piazza per far stralciare dalla Delibera regionale l’alta complessità assistenziale e per riottenere il fondo sociale per i malati di Sla e per coloro che ingiustamente sono stati estromessi. Si chiama a raccolta tutti i malati, familiari e amici per rivendicare dignità e rispetto».
La mannaia sui malati di Sla
Molte le storie che fanno rabbia. Paola di Roma ha il marito con la Sla da tanti anni, totalmente dipendente dai macchinari. E un figlio, anche lui con una grave disabilità: «Abbiamo sempre avuto in questi anni il sostegno economico del Fondo Sla poi esteso alle gravissime disabilità. Ma dalle recenti graduatorie del Comune ci hanno assegnato 48 punti nonostante mio marito non riesca più nemmeno a comunicare». Nelle stesse condizioni è Paolo Menale, che ha avuto la sfortuna di aggravarsi nel momento sbagliato. Da agosto vive dipendente dai macchinari per respirare e nutrirsi. Si è visto rifiutare il fondo per il 2020 perché erano scaduti i termini per presentare la domanda. «Attualmente spende 5mila euro al mese per pagarsi un’assistenza privata».
La storia di Barbara
«Emblematica la storia di Barbara Vasta, una giovane donna dell’Eur. Si è ammalata di Sla subito dopo aver partorito il suo unico figlio, anche lei con 48 punti», scrive Viva la Vita. A raccontare la vicenda è la sorella Alessandra. «Barbara si è ammalata nel 2012 ed è riuscita a mantenere il lavoro alle Poste per diversi anni, tra malattia e aspettative, finché si è dovuta necessariamente licenziare. Ad oggi ancora non percepisce la pensione di inabilità. Il marito è stato licenziato da un’azienda privata perché non riusciva a conciliare il lavoro con l’assistere la moglie e badare al bambino piccolo. L’anno scorso, grazie al fondo, abbiamo preso una badante che non siamo più in grado di mantenere. Abbiamo capito dalle domande dell’assistente sociale che il marito, non lavorando, può sostenere la moglie e questo probabilmente ha tolto punti».