M5S, volano gli stracci tra Casaleggio e i senatori dissidenti. Questione di soldi…

14 Feb 2020 16:25 - di Marta Lima

Davide Casaleggio “snobba” il documento dei senatori dissidenti, innescando la loro reazione piccata. «Non ho letto nulla». Ospite per la prima volta del salotto di Porta a Porta, il presidente dell’Associazione Rousseau ieri ha liquidato così la domanda di Bruno Vespa. Di quella richiesta, avanzata da alcuni grillini a Palazzo Madama, di rendere più democratica la gestione della piattaforma web del M5S, non sa nulla. «Quando qualcuno me lo dirà sarò informato anche io. Ho sentito di questi 3 senatori, non ho ancora letto il documento che hanno fatto leggere a tutti ma che non ho ancora ricevuto». E sull’obolo chiesto agli eletti, ha aggiunto: «I parlamentari sono contenti di dare il contributo di 300 al mese». E non parla di Paragone…

La reazione alle dichiarazioni di Casaleggio

«Può snobbare il nostro documento – dice all’Adnkronos uno dei firmatari, Mattia Crucioli – ma non le domande e le proposte che contiene. Prima o poi andranno affrontate, per il bene del Movimento e di tutti i cittadini italiani che hanno assoluto bisogno di un Movimento come il nostro». Il senatore aggiunge: `Personalmente sono contento di contribuire a Rousseau (che ritengo strumento innovativo e fondamentale per il M5S) ma pretendo risposte chiare sui meccanismi di utilizzo di tale strumento”.
Interpellato sulla questione, interviene anche un altro dei promotori del documento, Emanuele Dessì. «Sono contentissimo di pagare qualunque cifra per dare al M5S tutti gli strumenti necessari alla condivisione dei temi, ma voglio poter anche gestire questi strumenti. E noi, oggi, non lo facciamo. Ieri – prosegue Dessì parlando all’Adnkronos – le parole di Casaleggio hanno confermato la distanza tra il suo modo di pensare alla politica e quello di tante altre persone. Ma i soldi non c’entrano nulla. Il fatto che lui non abbia preso atto delle cose che abbiamo scritto nel documento segna definitivamente la distanza tra la base e il M5S, che lui interpreta esclusivamente come un mero esperimento sociale, riproducibile e rivendibile».

Il M5S diviso tra idee e soldi

«I temi sono delle persone, non i suoi», insiste il senatore di Frascati, che aggiunge. «Casaleggio sta usando tutto questo come un sistema. Con la politica questo c’entra poco, per me non ha chiarito nulla, voleva solo difendere se stesso. Alcuni suoi modi sono stati fastidiosi per chi fa politica vera a contatto con la gente». L’affondo non si ferma qui. «La cosa più fastidiosa per noi è mischiare Rousseau, che è uno strumento, con il M5S, un partito che ha preso 11 milioni di voti. Quasi come se lo strumento avesse più dignità delle persone che hanno votato il partito. Siamo all’assurdo… Si parla di futuro ma questo che cavolo c’entra con un sito?».

L’attacco di Paola Nugnes

Dice la sua anche la senatrice Paola Nugnes, ex esponente del M5S. «Non basta dichiararsi fuori dal conflitto di interessi, buono nelle intenzioni e onesto nelle azioni. Non funziona così – scrive in un post su Facebook -. Non si possono confondere gli interessi della politica con gli interessi societari e gli interessi societari con la politica. Questo è il punto, non serve firmare provvedimenti ed emendamenti, basta che chi dà alla Casaleggio Associati incarichi da centinaia e migliaia di euro sappia che la Casaleggio Associati è al governo del Paese. E che ha il numero più alto di parlamentari e di ministri a gestire i provvedimenti, e che Davide è l’uomo più potente d’Italia, come dice il New York Times. Non serve altro!».

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