«Io sono, io farò». La Giornata mondiale contro il cancro tra prevenzione e speranza

4 Feb 2020 14:28 - di Marino Petrelli

Il 4 febbraio si celebra in tutto il mondo la giornata contro il cancro. Lo slogan di quest’anno è “I am and I will” (io sono, io farò). In dieci anni, in Italia, i pazienti vivi dopo la diagnosi di tumore sono aumentati del 53 per cento. Erano 2 milioni e 250 mila nel 2010, oggi sono 3 milioni e 460 mila. Nel 2019, le nuove diagnosi di cancro sono state 371 mila, 196 mila uomini e 175 mila donne. Rispetto al 2018, un calo di circa 2 mila casi, a cui ha contribuito l’efficacia dello screening del tumore del colon retto, che permette di individuare lesioni a rischio prima della loro trasformazione in neoplasia.

Restano però tante le differenze sul nostro territorio: dall’adesione e copertura degli screening ancora troppo basse al Sud alla realizzazione delle reti oncologiche regionali a macchia di leopardo. L’adesione alla mammografia, nel 2017, ha raggiunto il 55 per cento e lo screening colorettale il 41 per cento. La mammografia è praticamente completa nell’Italia settentrionale e centrale, al Sud invece solo 6 donne su 10 ricevono l’invito. Nello screening colorettale, al nord e al centro siamo vicini alla copertura completa, il meridione invece è ancora sotto il 50 per cento.

Le cifre del cancro nel mondo

“Nel 2018 sono stati stimati, nel mondo, più di 18 milioni di nuovi casi di cancro, erano 12 milioni nel 2008 – spiega Giordano Beretta, presidente nazionale dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) e responsabile dell’Oncologia medica all’Humanitas “Gavazzeni” di Bergamo -. La qualità del nostro sistema sanitario è testimoniata dalla sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi, che presenta tassi più alti rispetto alla media europea nei tumori più frequenti: 86 per cento nella mammella rispetto all’83 comunitario, 64 per cento nel colon contro il 60, 16 per cento contro 15 nel cancro al polmone e 90 per cento per la prostata contro l’87 per cento comunitario”.

Tutto questo, aggiunge l’Aiom, con minori investimenti: la spesa sanitaria pubblica in rapporto al pil nel nostro paese ha registrato un calo, passando dal 7 per cento nel 2010 al 6,5 per cento nel 2017, a fronte del 9,8 per cento della media europea.

Le speranze nella lotta al male del secolo

Notevoli sono le speranze concrete nella lotta mondiale contro il cancro. Alcune le abbiamo evidenziate anche qui. Le cosiddette Advanced therapy medicinal products (Atmp), medicinali biologici che si basano su terapie innovative, come le terapie geniche e cellulari o l’ingegneria tissutale. Le Atmp approvate dall’Ema, l’Agenzia europea per il farmaco, sono dieci.

Tre delle prime quattro sono state scoperte in Italia. Oppure, le Car-T, acronimo di Chimeric antigen receptor T-cell, che tramutano le nostre cellule immunitarie, i linfociti T, in killer seriali del tumore, efficaci in alcuni tipi di linfomi e leucemie linfoblastiche acute. Ultimo, in ordine di tempo, l’annuncio di un gruppo di ricercatori dell’Università di Cardiff e pubblicato sulla rivista Nature Immunology. I ricercatori si sono imbattuti in una “cellula T” all’interno del sangue in grado di rintracciare e attaccare cellule cancerose di diverso tipo, polmonari, prostatiche, ossee, renali, cervicali, endocrine, lasciando intatti i tessuti normali, il che potrebbe rivelarsi rivoluzionario.

“Potremmo curare tutti i tipi di tumore con un solo trattamento”, dicono i ricercatori, ma la strada è ancora lunga. Il 4 febbraio servirà, tra l’altro, per aiutare la ricerca mondiale ad avere la giusta considerazione e ottenere maggiori investimenti e risorse.

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