«I comunisti avevano paura di Wojtyla»: le rivelazioni e gli aneddoti sulle elezioni dei Papi

19 Feb 2020 8:50 - di Franco Bianchini
Wojtyla

Wojtyla, Ratzinger, Bergoglio. Tre nomi cruciali nella storia dei Pontefici. Molti gli aneddoti, tante le curiosità. Spuntano particolari fino ad oggi sconosciuti alla maggior parte dell’opinione pubblica. I “segreti” delle elezioni dei Papi. Li svela “Extra Omnes” il volume del vaticanista del fattoquotidiano.it, Francesco Antonio Grana. Alla presentazione, il presidente di S. Egidio, Marco Impagliazzo.

Quando Wojtyla diventò Papa Giovanni II

Particolarmente interessante la nomina di Giovanni Paolo II. Provocò uno shock al pari di quella di Bergoglio. Innanzitutto Wojtyla avrebbe voluto chiamarsi “Stanislao” ma poi venne sconsigliato, Impagliazzo ha preso spunto dal volume nel quale hanno preso vita particolari ancora sconosciuti dei conclavi del 2005 e del 2013. E ha ricordato che la nomina di Wojtyla al soglio di Pietro «fu un vero e proprio shock per i comunisti, per i sovietici».

«Non ragionava secondo le categorie assodate»

«Ma lo fu un po’ in tutto il mondo e naturalmente anche nel nostro Paese per la poca elasticità di un episcopato davanti a un Papa che non ragionava secondo le categorie assodate». In questo senso, ha annotato ancora Impagliazzo, «non ci stupiamo dello choc che ha provocato la nomina di Bergoglio».

Da Wojtyla all’elezione di Bergoglio

“Extra omnes” contiene aneddoti inediti sulle elezioni di papa Francesco e del predecessore Benedetto XVI. Francesco Grana racconta anche il momento clou nel quale Jorge Mario Bergoglio, diventato Papa, entra nella “stanza delle lacrime” per la vestizione. Il porporato argentino nel pomeriggio aveva già realizzato che sarebbe diventato Papa: «Il tempo della vestizione dura più del solito. Al che il cardinale Giovanni Battista Re – che aveva guidato il conclave –  chiede al cerimoniere pontificio che era rimasto nella Cappella Sistina di bussare alla porta della “stanza delle lacrime”. Il cerimoniere bussa, ma dall’interno nessun segno. “Monsignore – dice il cardinale Re -, bussi, bussi più forte. Il mondo aspetta il nuovo Papa”. Bergoglio esce vestito semplicemente con la talare bianca e al collo ha la sua croce pettorale, la stessa che ha sempre portato a  Buenos Aires e che continua a tenere tuttora. Ha semplicemente staccato il crucicordo cardinalizio, quello rosso e dorato, e ha attaccato la sua croce alla vecchia catena di metallo».

«Sapeva che sarebbe diventato Papa»

Svela il giornalista: «Se l’era messa nella tasca della talare prima di lasciare la stanza assegnatagli a Casa Santa Marta per salire sul pullman che lo avrebbe portato nella Cappella Sistina per le votazioni finali del conclave. A dimostrazione che Bergoglio, quel pomeriggio, era consapevole che sarebbe stato eletto Papa. I cardinalilo fissano intensamente e si mettono in fila per l’atto di obbedienza. Francesco resta in piedi, senza sedere sul trono collocato al centro subito sotto il Giudizio universale di Michelangelo».

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