Fiaccolata del Ricordo, i soliti imbecilli provocano FdI a Roma
Fiaccolata del Ricordo. Riceviamo e volentieri pubblichiamo, caro direttore,
A centinaia di chilometri di distanza dalle Foibe, il coordinamento di Fratelli d’Italia del Municipio VI di Roma ha organizzato la Fiaccolata del Ricordo. La Storia delle Foibe, dopo anni di negazionismo è finalmente patrimonio di tutti gli italiani. Solo qualche imbecille, nostalgico revanscista delle bandiere rosse, continua a credere che le Foibe siano “una cosa fascista”. Certo, sì, una manciata di imbecilli.
Pensate quindi che sfortuna averli incontrati a centinaia di chilometri di distanza dalle Foibe, quella manciata di imbecilli. Pensatevi, mentre state al Parco Martiri delle Foibe, alla Fiaccolata del ricordo. Chini a preparare l’aiuola che ospiterà la commemorazione di tutti i Martiri. E compare quello sparuto numero di compagnucoli che vi intima di andarvene da lì con queste “cose fasciste”.
Siamo a Roma, nel Parco dedicato ai Martiri delle Foibe, tra i quartieri di Tor Bella Monaca e Torre Angela. “Ogni anno – spiegano in una nota congiunta i tre consiglieri di Fratelli d’Italia, Nicola Franco, Massimo Fonti e Antonio Villino– organizziamo il Giorno del Ricordo. Abbiamo fatto convegni, eventi, manifestazioni. Quest’anno, abbiamo voluto celebrare questa ricorrenze in un modo più solenne e sentito”.
Una vergogna tutta rossa
Non tutti sono però disposti a ricordare i morti, soprattutto quando questi sono italiani. In fondo, se sei italiano e ti uccidono, ti stuprano o ti massacrano, ci sarà stato un motivo. O no? Non è possibile che i partigiani comunisti siano stati quello che i cattivi fascisti hanno raccontato sulla “storiella delle Foibe”. Ebbene, è proprio grazie ai cattivoni del Movimento Sociale Italiano prima; di Alleanza Nazionale poi; e di Fratelli d’Italia oggi: se insieme a tutta la rete associativa degli esuli, abbiamo abbattuto l’ignobile muro del silenzio. Certo, qualche imbecille c’è sempre.
Dicevamo, sicuramente conoscete o avete sentito parlare del gruppo “Retake Roma”, cioè “Riprendi Roma”. Quell’associazione di volontari che si dà appuntamento in un luogo della Capitale per ripulire un parco, verniciare un muro, combattere il degrado in generale. Purtroppo, però, qualcuno ha usato questa sigla associativa per attaccare verbalmente i volontari di Fratelli d’Italia. I quali stavano curando l’aiuola che avrebbe ospitato il mazzo di fiori in Ricordo dei Martiri delle Foibe.
“Che state facendo qui?”. “Ce l’avete l’autorizzazione?”. “Andate via con queste cose fasciste”. Una sorta di Čeka, la polizia segreta sovietica, per fortuna senza poteri qui in Italia. Infatti, hanno dovuto chiamare i Vigili, ai quali va tutta la solidarietà di chi scrive e del gruppo di Fratelli d’Italia. Visto che sono venuti a perdere tempo: le autorizzazioni per la Fiaccolata del Ricordo erano in regola e tutto poteva svolgersi come da programma. Che figura di m… per i poveri compagnucci.
La Fiaccolata del Ricordo
Finita la parentesi sinistra, non focalizziamoci sull’ignobile tentativo di sabotare le commemorazioni. (Testimoni hanno dichiarato che quel gruppo ha minacciato che l’indomani sarebbe venuto a staccare la targa commemorativa, ndr). Focalizziamoci invece sull’evento, a cui hanno partecipato gli esponenti di Fratelli d’Italia Maria Teresa Bellucci (capogruppo FdI Affari Sociali e Salute alla Camera dei Deputati); Fabrizio Ghera, Chiara Colosimo. Rispettivamente capogruppo e consigliere di Fratelli d’Italia in Regione Lazio. E Francesco Figliomeni, vicepresidente dell’Assemblea Capitolina.
Fiaccole, bandiere istriane, dalmate e italiane: un bellissimo corteo, nel religioso silenzio che impone la pietas latina nei momenti di raccoglimento. Sulle note delle canzoni più belle e commoventi del tempo, fino al celebre album Magazzino 18 di Simone Cristicchi: capolavoro indiscusso di cantautorato e racconto storico in musica. Sulle note di Cristicchi i momenti più toccanti. Con la lettura della testimonianza dell’ultimo testimone oculare delle Foibe, Giuseppe Comand. Morto recentemente a 97 anni. Era uno dei Vigili del Fuoco che si calavano nelle Foibe a riportare alla luce i cadaveri degli infoibati.
Sono stati letti i nomi delle Foibe più celebri, a partire da quella simbolo, la Foiba di Basovizza. Sono state lette le righe del diario di chi aveva visto la gente sparire; le righe delle testimonianze riportate alla Procura della Repubblica di Roma. Testimonianze certificate, reali: alla faccia delle “storielle”.
In tre tappe, il corteo si è infine radunato alla targa commemorativa, lì posizionata il 10 febbraio 2019 sempre da loro: da quel gruppo di coraggiosi amanti della Storia e della Verità, che non vogliono dimenticare ma che, al contrario, vogliono ricordare e tramandare il dramma delle Foibe. “È una brutta giornata – commenta Fabrizio Ghera, vista la pioggia, che gli antichi avrebbero preso come lacrime dal cielo – Ma è francamente molto emozionante commemorare con voi questo fatto così tragico, purtroppo per troppi anni sottaciuto, ignorato, di cui non si è mai parlato”.
È doveroso ricordare, infatti, che la Legge che istituisce il Giorno del Ricordo, ovvero la 30 marzo 2004 n. 92, è stata fortemente voluta da Alleanza Nazionale: per “Ricordare tutte quelle decine di migliaia di uomini e di donne – dice Maria Teresa Bellucci – che sono morte perché italiani, perché orgogliosi di essere italiani”. E in fondo, la celebrazione di questa solennità è per loro: “Per gli esuli, per gli infoibati, per i nostri figli e i nostri nipoti”, chiosa Chiara Colosimo. Le urla non conosceranno altro silenzio.