Droga, allarme sicurezza del procuratore di Firenze. Ma non dice che lo spaccio è in mano agli stranieri

1 Feb 2020 12:34 - di Redazione
droga

Droga, è allarme. Ed era ora. Lo dice un giudice, procuratore in Toscana. “Motivo di grave allarme sociale è costituito dall’aumento dei reati connessi allo spaccio e al consumo di sostanze stupefacenti. Che – ancorché efficacemente contrastato dalle investigazioni – ha assunto diffusione capillare. Con un volume d’affari di entità assai ragguardevole. L’incidenza criminale del traffico di droga permane di rilevante gravità”. Anche nel 2019 il numero delle iscrizioni dei reati per droga è aumentato rispetto al periodo precedente. L’incremento percentuale è pari ad oltre l’11%. Lo ha detto il procuratore generale presso la Corte d’Appello di Firenze, Marcello Viola. Viola ha parlato durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario del distretto del capoluogo toscano.

Droga, aumentano soprattutto i reati connessi

“Sono corrispondentemente aumentati gli arresti in flagranza di reato e le denunce. Che riguardano prevalentemente la cessione di droga al dettaglio a consumatori abituali ovvero la detenzione a fini di spaccio – ha spiegato Viola -. Il territorio dell’intero distretto rimane interessato in modo diffuso dal fenomeno del commercio di droga di ogni tipo. Il commercio non patisce flessioni e garantisce enormi guadagni ad ogni forma di criminalità, organizzata e comune”.

“Tale dilagante fenomeno suscita sempre maggiore inquietudine e allarme nella popolazione. A causa della crescente domanda di stupefacenti in tutte le fasce sociali e dell’enorme volume di affari da essa generato. E del diretto coinvolgimento di giovani e delle inevitabili refluenze negative sul versante della criminalità comune – ha sostenuto il pg -. Poiché il commercio di droga determina a sua volta il notevole parallelo aumento dei reati contro la persona e contro il patrimonio. Soprattutto furti e rapine, spesso commessi da assuntori di sostanze stupefacenti che delinquono per procurarsi il denaro occorrente per acquistare la droga”.

Aumentati anche i decessi per droga

Preoccupano, ha ricordato l’alto magistrato, “i numerosi decessi per overdose verificatisi negli ultimi mesi. Sono state ben undici le morti per overdose nel 2018 e altre nove nel 2019. In molti casi, la causa è da attribuire all’assunzione di eroina, droga che, dopo anni di sostanziale assenza dal mercato, è tornata purtroppo ad essere largamente diffusa. Anche tra i giovanissimi, spesso con principio attivo assai elevato”. “La vigente disciplina normativa in materia di stupefacenti ha affievolito il regime punitivo. Non assicura adeguata capacità repressiva né idonea attitudine preventiva – ha sostenuto Viola -.

Proprio ai fini di un intervento integrato tra repressione penale e iniziative di prevenzione, appare apprezzabile l’iniziativa della Prefettura di Firenze. Ossia della costituzione di un apposito Tavolo permanente per una riflessione congiunta, con Uffici giudiziari, Forze dell’ordine ed altri soggetti, sul tema dell’analisi della recrudescenza dell’abuso di sostanze stupefacenti anche nel territorio metropolitano di Firenze, e del correlato reato di spaccio”. Il pg della Corte d’Appello di Firenze ha spiegato che emerge “il dato del generale abbassamento dell’età del primo consumo di droga, unitamente ad una scarsa percezione della gravità del rischio derivante dal consumo di sostanze stupefacenti”.

Sempre più minorenni dediti agli stupefacenti

Dalla relazione del procuratore per i Minorenni “emerge la significativa e preoccupante crescita dei reati posti in essere da soggetti di età minore. Anche in tema di stupefacenti, laddove lo spaccio avviene per lo più a scuola e serve ai giovani per finanziare l’acquisto di droghe da utilizzare per uso personale” Da qui un monito da parte del pg: “Non è possibile affrontare un fenomeno di tale gravità su di un piano meramente repressivo, senza il coinvolgimento di famiglia e scuola. Luoghi ove realizzare sinergie ed interventi efficaci nella prevenzione delle tossicodipendenze. Attraverso una costante attività di formazione culturale.

Non posso non condividere quanto autorevolmente osservato circa l’assenza di spazi di partecipazione, di confronto e di crescita per i più giovani. Ecco, proprio questo dovrebbe essere il ruolo delle istituzioni. Essere concretamente presenti, essere pronti a scommettere sui giovani, a riempire questo vuoto determinato da una sconfortante mancanza di valori, a proporre alternative reali, a puntare sull’istruzione”.

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