Coronavirus, Niccolò sconta lo schiaffo della Cina a Di Maio: il ragazzo resta bloccato a Wuhan
Si allungano i tempi per il rimpatrio di Niccolò, il 17enne di Grado rimasto bloccato a Wuhan perché al momento del rimpatrio degli altri nostri connazionali aveva la febbre. Ora che è stato escluso che si tratti di coronavirus, Niccolò potrebbe rientrare. Ma la Cina ha bloccato l’operazione italiana per riportarlo a casa.
Niccolò ancora bloccato a Wuhan
La notizia è stata divulgata dal Messaggero, sul quale si legge che ufficialmente Pechino ha sostenuto che non ci sono le condizioni per l’atterraggio dell’aereo militare che dovrebbe prenderlo. Gli slot di Wuhan – è la spiegazione delle autorità cinesi, riportata dalla Farnesina – sono tutti impegnati per l’arrivo dei voli che portano “generi di prima necessità, rifornimenti di medicinali, disinfettanti e mascherine”. Così Niccolò, assistito dal personale dell’ambasciata, resta di fatto ancora isolato in un albergo della città epicentro del contagio.
Il caso diplomatico tra Italia e Cina
Non c’è una tempistica certa. Ciò che si sa è che “l’operazione per il rientro del ragazzo non potrà essere avviata prima di domani”. Una situazione sulla quale grava il sospetto di una volontà cinese di esercitare pressioni sul nostro Paese attraverso la sorte di questo nostro giovane connazionale. Le giustificazioni “tecniche” fornite da Pechino, benché accolte dalla Farnesina, non convincono del tutto gli osservatori. Soprattutto alla luce dell’irritazione apertamente manifestata dalle autorità cinesi per il blocco dei voli deciso dall’Italia. Lo stesso Messaggero riporta, tra l’altro, la “speranza” dell’Ente per l’aviazione civile cinese rispetto alla revoca delle restrizioni sui viaggi. Insomma, la vicenda di Niccolò rischia di trasformarsi in un caso diplomatico. Un’altra grana per Luigi Di Maio che appare sempre più in difficoltà su tutti i fronti.