Coronavirus, l’Oms: quasi 10mila casi in Cina e 106 in altri Paesi. Il racconto di un italiano
Quasi 10mila i casi confermati di Coronavirus globalmente e 9.826 contagi accertati. Sono i dati dell’ultimo bollettino dell’Organizzazione mondiale della sanità, aggiornato a ieri sera alle 23. I casi confermati in Cina sono 9.720 e ben 15.238 quelli sospetti. I pazienti gravi sono circa 1.527 e 213 i decessi. Fuori dal gigante asiatico, focolaio dell’epidemia, si registrano 106 contagi accertati in 19 Paesi, riporta l’Oms che considera molto elevato il rischio derivante dal Coronavirus in Cina ed elevato a livello regionale e globale.
Coronavirus, la testimonianza di un italiano a Wuhan
Tornare a casa. Questo è il desiderio più grande e più forte di Michael Talignani, modenese, che si trova in a Wuhan per un’azienda importante nel settore della ceramica, città da dove è partito il coronavirus che ha provocato oltre 200 morti e migliaia di infettati.
«Si vive una sensazione di impotenza, come “vorrei fare qualcosa ma non posso” – racconta al telefono all’Adnkronos Talignani – e la viviamo sia noi qui che i familiari in Italia. Non vedo l’ora di arrivare in Italia: il sospiro di sollievo lo farò quando le ruote dell’aereo toccheranno il suolo italiano. Certo non potrò subito riabbracciare i miei cari ma va bene, sarò comunque più tranquillo».
«So che saremo alloggiati in un’area militare, alla Cecchignola mi pare – prosegue Talignani – e che dovremo restare per almeno 15 giorni. E dopo potrò raggiungere mia moglie e i miei due figli a Modena».
Coronavirus, a Wuhan tutto chiuso
Talignani descrive poi la situazione in città: «Nessuno direbbe mai che qui ci vivono 11 milioni di abitanti – dice – per la città non c’è nessuno, è tutto chiuso… negozi, ristoranti, uffici: tutte le saracinesche sono abbassate, porte sprangate. In giro ci sono solo mezzi di soccorso, ambulanze e polizia che controlla che non avvengano atti di sciacallaggio. Ma la popolazione è molto, molto disciplinata e non ve ne sono stati».
«Contraccolpo per l’economia? Sicuramente per la città, ma anche per il Paese – dice ancora Talignani – diverse aziende europee e hanno sede proprio qui a Wuhan e sono ferme, la Cina esporta tantissimo: l’impatto economico sarà pesante».
«Chiuso in hotel dal 22 gennaio»
«Tornare qui? Non credo. Per un lungo periodo starò alla larga dalla Cina – afferma Talignani – Non so se e quando passerà la paura. Forse tra qualche tempo, quando ripensandoci ci riderò su… per il momento voglio solo tornare a casa». E infine: «È dal 22 gennaio scorso che siamo chiusi in hotel non possiamo uscire e la situazione è pesante: la preoccupazione del contagio, il pensiero dei familiari in Italia, sono sposato e ho due figli, e poi non poter uscire, dover rimanere sempre confinati in hotel è veramente difficile. La tensione sale, soprattutto quando non sai se riuscirai a tornare a casa. Ieri abbiamo saputo che un aereo militare ci verrà a prendere e che lunedì saremo in Italia: finalmente».