Coronavirus, i vescovi toscani si attrezzano: acquasantiere vuote e niente segno di pace
Sos coronavirus. Anche i vescovi si attrezzano. Tenere vuote le acquasantiere. Omettere il gesto dello scambio della pace nelle celebrazioni liturgiche. Distribuire la Comunione esclusivamente sulla mano. Prendere precauzioni durante le Confessioni auricolari. E in contesti di contatti personali.
Sos coronavirus, anche i vescovi all’attacco
Sono queste le indicazioni che la Conferenza episcopale toscana, presieduta dal cardinale Giuseppe Betori ha inviato con una nota a tutti i sacerdoti. Così l’arcivescovo di Firenze detta il decalogo per fronteggiare l’emergenza coronavirus nelle chiese.
“I sacerdoti spieghino ai fedeli che si tratta di doverose misure precauzionali, da attuare per il bene della società”, precisa la Conferenza episcopale toscana. “Non si ritiene al momento di dover prendere altri provvedimenti che possano limitare la vita pastorale. Raccomandiamo di seguire al riguardo quanto disposto dalle autorità civili per la vita sociale in genere”.
I vescovi toscani inoltre esprimono “la loro vicinanza a quanti, malati e persone loro prossime, soffrono a causa dell’epidemia. Come pure a quanti sono impegnati a contrastarla sul piano sanitario. O a prendere decisioni per affrontare la situazione nella vita sociale. Invitano tutti alla preghiera per invocare dalla misericordia divina il conforto del cuore e la liberazione dal male”. Intanto però acquasantiere vuote e niente segno di pace con la mano.
Zaia: il mio pensiero al Patriarca di Venezia
Intanto il governatore del Veneto, Luca Zaia, commenta le restrizioni. “Il mio pensiero non può che andare al Patriarca di Venezia, a tutti i vescovi e alla chiesa e fedeli del Veneto. Qualcuno dice perché stop alla chiesa e il mercato no. Il problema è che la chiesa e’ un luogo chiuso e frequentato da persone con l’età più a rischio per contagio”.