Coronavirus, così è scoppiata la bomba in mano al governo Conte

25 Feb 2020 6:00 - di Francesco Storace

Eppure il premier se ne stava tranquillo. Sul web impazzano le sue frasi celebri in materia di coronavirus. Ci basta quel che disse lo scorso 30 gennaio. Per contrastare il coronavirus “vi assicuro che l’Italia ha adottato la linea di misure di cautela tra le più efficaci in Europa e forse a livello internazionale”. Punto, punto e virgola e punto a capo…

“Origliare è meglio che curare”

Eppure, Conte è riuscito a svilaneggjare l’opposizione persino quando fu proposta la quarantena. C’era chi voleva lapidare i governatori del nord per aver deciso provvedimenti seri nelle scuole.

Non si poteva, perché era “tutto sotto controllo”. Cialtronate a ripetizione.

Guai a chi fiata, intima l’esecutivo, mentre la miccia bruciava sempre più velocemente. Pretendono unità contro il coronavirus poi – notizia di ieri, da non crederci! – il governo va in Parlamento e mette la fiducia sulle intercettazioni. Origliare è meglio che curare. Sono svergognati.

L’Italia sta nel delirio perché non si capisce più che succede. Se stai male ti dicono di non andare in ospedale. Se vuoi lavorare ti dicono di farlo da casa. Se vuoi fare la spesa ti devi munire di una corazza.

La  nazione è abbandonata al caos

Questo governo ha gettato la Nazione nel caos. Persino a Messa non ti puoi scambiare il saluto della pace, allo stadio ci si va quando decide il signor ministro, però i clandestini arrivano a frotte.

Si, può darsi anche che ci sia molta irrazionalità. Ma tutto questo accade perché chi sta a Palazzo Chigi passava le giornate a definire razzista chi aveva semplicemente paura e ora il panico sono i nostri governanti a diffonderlo con le dichiarazioni più strampalate. E senza fatti concreti. Sia per la salute che per l’economia, in entrambi i casi siamo vicini al collasso senza che nessuno ci indichi una prospettiva.

E’ il senso di un’insopportabile ingiustizia quella che ci assedia la mente. Lo spettacolo a cui assistiamo in tv. Le telefonate che riceviamo dalle zone focolaio. Vedi i negozi chiusi, gli artigiani che tornano mestamente a casa, i dipendenti terrorizzati per il futuro. Ed è maledettamente facile pensare che la spina dorsale dell’Italia sarà costretta a temere più la fame che il virus.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • giovanni vuolo 25 Febbraio 2020

    Siamo nelle mani di incapaci dilettanti. Immaginiamoci solo che disastri provocherebbero in casi di problemi ancora più gravi,come cataclismi o guerre. Ma vi rendete conto ? Siamo indifesi, balliamo tra i flutti, abbandonati al nostro destino. All’estero ci rappresenta Di Maio. No, credetemi, non è uno scherzo !!!! È vero !!! Gli altri penseranno : se costui rappresenta gli italiani, e dunque si presume che sia tra i migliori, immaginiamo gli altri !!!!

  • Rodolfo 25 Febbraio 2020

    Ma chiediamo subito le dimissioni e al voto, pressing su mattarella, per quel che vale. Anche colpa sua se lo stivale è ridotto al lumicino

  • Carlo Cervini 25 Febbraio 2020

    Non è strano che solo l’Africa è il continente esente dall’infestazione da coronavirus ? eppure l’Africa è stata la culla di tutte le pandemie infettive post Spagnola…………. sarà………….ma ogni giorno migliaia di cinesi vanno e vengono dall’Africa e chi può escludere che il contagio esploso di sorpresa in Cina provenga proprio da li ? Basta evitare di fare i controlli e le analisi e il virus non c’è.
    Pazienza che in Cina le autorità comuniste si sono mosse con almeno un mese di ritardo, ma che la Francia faccia solo 400 tamponi, contro i nostri 4.000 per poi dire che ha sono 4/5 infettati e rompa l’anina all’Italia è proprio il colmo.

  • maurizio pinna 25 Febbraio 2020

    Per primo toccò al Gen. Gerolamo Ramorino, colpevole secondo Sua Maestà di Savoia di aver perso la battaglia di Novara contro gli austriaci di Radetzky, nel 1849.
    Occorreva un capro espiatorio per una guerra concepita male e perduta peggio e Ramorino non godeva delle simpatie del Re, per cui si decise di farlo fucilare.
    A Caporetto il Generalissimo Cadorna mise nero su bianco che la truppa si era vilmente ritirata, dopo che intere divisioni erano state annientate dalle artiglierie e dai gas dei tedeschi e il Gen.Villani addirittura di fronte allo sfacelo si era suicidato.
    Ultimo l’ 8 settembre del 1943, con un Re e un Capo di Governo in fuga mentre i tedeschi catturavano tutto l’Esercito lasciato allo sbando.
    Ora si vorrebbe “fucilare” il personale di un nosocomio, vilmente ritiratosi di fronte all’ invisibile dagli occhi a mandorla.
    Napoleone Bonaparte, nell’esilio di Sant’Elena ebbe il tempo di farsi un esame di coscienza ammettendo anche alcuni suoi errori, una sola cosa non aveva mai fatto : quella di scaricare i propri errori sui dipendenti.
    Ma lui era Napoleone , questo è Giuseppi.