Coronavirus, 450 persone trattenute nell’ospedale di Schiavonia. Test per tutti, poi l’evacuazione
È in via di evacuazione l’ospedale di Schiavonia di Monselice (Padova), dove, per dieci giorni sono rimasti ricoverati i primi due anziani risultati positivi al coronavirus, uno dei quali deceduto. Da ieri pomeriggio circa 450 persone sono trattenute nella struttura a causa dell’allarme contagio. Si tratta di 300 pazienti e 150 dipendenti. Complessivamente l’ospedale ha 300 posti letto e 600 dipendenti. L’operazione di evacuazione, secondo quanto riferito dall’Adnkronos Salute, dovrebbe essere conclusa entro 5 giorni. Intanto nel cortile della struttura la Protezione civile ha allestito un ospedale da campo, conte tende riscaldate e 96 posti letto.
Test per tutti, poi l’evacuazione
Per tutte le persone rimaste chiuse nella struttura è previsto il tampone per verificare l’eventuale contagio. Ma il test sarà somministrato anche al personale che ieri non era in servizio. I primi tamponi sono stati già eseguiti nella notte, con priorità ai medici della rianimazione che hanno avuto contatti con il paziente morto. L’esito è stato negativo per tutti, come riferito all’Ansa da una infermiera rimasta all’interno dell’ospedale, chiarendo anche che una volta tornati a casa tutti dovranno rimanere in una quarantena fiduciaria di 14 giorni, “restando isolati e usando le mascherine con i famigliari”.
La lunga notte nell’ospedale di Schiavonia
L’infermiera ha raccontato che doveva smontare dal turno alle 20, ma poco prima il personale ha ricevuto la comunicazione che non poteva uscire. Così le persone bloccate all’interno dell’ospedale hanno dormito “sui letti e sulle barelle della sala operatoria, arrangiandoci con felpe e lenzuola”. La situazione ha provocato stanchezza e preoccupazione, oltre che un certo stupore. “Non pensavamo proprio che una cosa del genere potesse succedere a un ospedale di provincia come il nostro. Non siamo abituati – ha detto la donna – a girare per l’ospedale senza lavorare e non possiamo uscire nemmeno in cortile, è una situazione irreale”. Pur nell’emergenza e nella straordinarietà della situazione, comunque, le attività sanitarie sono andate avanti. Durante la notte medici e infermieri hanno svolto due interventi chirurgici.
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