Carabiniere ucciso, le lacrime e l’urlo della moglie di Mario Cerciello Rega: «Voglio giustizia»
Inizia davanti alla prima Corte di assise di Roma, il processo a Finnegan Lee Elder e Christian Gabriel Natale Hjort. I due americani sono in carcere a Regina Coeli per
l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega. Entrambi in aula o due giovani, accusati di concorso in omicidio, lesioni, tentata estorsione e resistenza a pubblico ufficiale
Mario Cerciello Rega, sono trascorsi 7 mesi
Oggi ricorre «il settimo mese del barbaro assassinio di mio marito. Era un credente e valoroso carabiniere, che aveva dedicato la propria vita cristiana al servizio del prossimo e in particolare degli ultimi». E’ quanto afferma la Rosa Maria Ersilio, la moglie di Mario Cerciello Rega.
L’assassinio non deve restare impunito
«L’assassinio di mio marito non può e non deve restare impunito. La nostra storia di giovani sposi, stroncata da mani criminali, ha commosso il mondo. Ha scosso le coscienze e turbato la serenità delle tante persone umili, semplici, che sperano nella provvidenza». Proprio come sperava l’amatissimo Mario Cerciello Rega. «Persone che devono competere ogni giorno con una minoranza che tende ad avvelenare la società con efferati delitti».
«L’esistenza si è ridotta a vivere di ricordi»
«Con la morte di Mario è finita anche la mia famiglia. Perché nella tomba sono finiti anche i nostri figli mai nati e tutti i nostri sogni. L’esistenza si è ridotta a vivere di ricordi e immaginare come sarebbe stato straordinario vivere insieme. A tutti coloro che hanno dimostrato tanta sincera e commovente solidarietà in questa tristissima vicenda, va il mio più vivo ringraziamento. Per la giustizia, non per vendetta, mi rimetto alla competenza di magistratura, investigatori e avvocati. Ma anche a voi giornalisti, perché anche dalle vostre parole dipende il rispetto della memoria dell’eroico sacrificio di Mario Cerciello Rega, fiamma ardente della nostra storia, caduto per noi tutti per la difesa del diritto».
Quei momenti che non si cancelleranno mai
Tutti conservano il ricordo delle lacrime di Rosa Maria. Del suo dolore immenso. Di quella tragedia improvvisa. Quelle parole dette al padre: «Lo sai, papà, Gesù sulla Croce ha avuto cinque piaghe, Mario stanotte ne ha ricevute otto». E quegli attimi rimasti nella sua memoria: «Prima che Mario uscisse gli ho detto: ma perché stasera non resti in ufficio? Stai in caserma, che devi fare fuori? Mi raccomando. Ma lui era coraggioso, generoso e adesso è morto».
Mario Cerciello Rega era un uomo generoso e altruista che non solo si dedicava a tutti noi come Carabiniere ma, insieme alla sua adorata moglie, si dedicava anche ai malati, ai bisognosi e agli invalidi come volontario dell’Ordine di Malta che, forse molti ignorano, è un Ordine, prima di tutto, Religioso che da sempre è al servizio dei più deboli ed indifesi.