Aria di ’68 all’università di Torino, torna il “voto politico”. FdI: «Iniziativa scriteriata»

19 Feb 2020 17:19 - di Marco Traverso
Università di Torino

Se è forse vero che non c’è limite al peggio, forse quanto sta accadendo in questi giorni all’università di Torino va davvero vicino a battere ogni record di assurdità. Prima gli scontri. Provocati dai soliti violenti di sinistra che hanno tentato di cacciare gli studenti di destra. Rei soltanto di volantinare le loro idee in occasione di un convegno sulle Foibe. Ora la decisione di una professoressa di concedere una “promozione politica” a tutti gli studenti che, in quelle ore, avrebbero dovuto sostenere gli esami della propria materia proprio al Campus Einaudi, teatro degli scontri. Una circostanza denunciata dal Siulp, il sindacato degli agenti di polizia. Proprio coloro i quali mettono a rischio la propria incolumità per garantire la sicurezza in ateneo. Ma che troppo spesso vengono disprezzati – sempre dai soliti noti, ovviamente. Che forse vorrebbero che l’università diventasse un’arena da combattimento, senza regole e controlli.

Università di Torino, la denuncia dell’assessore Elena Chiorino

A denunciarlo è l’assessore regionale al Diritto allo Studio Universitario, Elena Chiorino che ha chiesto un incontro nei giorni scorsi il rettore, Stefano Geuna, per fare il punto della situazione. Oggi, con un comunicato, ha chiesto al “Magnifico” di dissociarsi dall’iniziativa del voto politico. Scelta, spiega l’esponente di FdI, «che riporta alla mente anni bui che speravamo fossero ormai finti nel cassetto dei ricordi dei fallimenti del ’68». Ma, con il rettore, l’esponente di FdI ha intenzione di chiarire molti altri aspetti. «A cominciare – spiega – dalla sicurezza dei ragazzi. Non può essere minacciata da pochi, ma agguerriti facinorosi. Che tentano, con la violenza, di imbavagliare chi non la pensa come loro. Tirando in ballo ragioni superate dalla storia. E contestando non solo i contenuti dell’avversario ma addirittura provando a negargli l’agibilità politica in ateneo».

Niente borsa di studio per chi fa violenza

«Per questa ragione – continua l’assessore regionale – sostengo la proposta di chi, come il presidente di Edisu piemontese, ha suggerito di revocare o non concedere le borse di studio agli studenti, di qualsiasi associazione, forza politica o partito, che si rendano protagonisti di episodi di violenza all’interno dell’università. Che è e deve rimanere un luogo di cultura, sapere, studio, pluralismo e confronto». «Anziché preoccuparsi di far firmare presunti “atti di fede” da parte degli studenti, l’ateneo dovrebbe pensare a garantire davvero la sicurezza, che fa parte del diritto allo studio. Ed evitare che le aule e le strutture vengano sistematicamente danneggiate dai violenti. Peraltro non capisco come mai il rettore pretenda professioni pubbliche di “antifascismo”. Ma non chieda anche di prendere le distanze dal comunismo, come peraltro ha fatto anche l’Europa».

Criteri meritocratici

L’assessore di Fratelli d’Italia ha annunciato che l’incontro con il rettore di Torino sarà anche occasione per confrontarsi su come garantire le borse di studio. Inserendo criteri meritocratici più efficaci che non possono prescindere dal rispetto della legalità. «Sto portando avanti un confronto a 360 gradi su questo tema», conclude Chiorino. «E ritengo fondamentale sentire le posizioni e le idee del rettore per poter individuare soluzioni che tutelino il sacrosanto diritto allo studio premiando allo stesso tempo il merito».

Commenti

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  • Carlo Cervini 20 Febbraio 2020

    Tutto regolare, già nel 1972/74 a Padova c’era il 18 bagnato e il 26 di gruppo, una buona metà dell’attuale classe dirigente, in particolare nella P. A., ha acquisito la laurea in questo modo………………..e i risultati si vedono…………………….aver lasciato in mano la cultura, la scuola e l’Universita a queste merdacce social-catto-comuniste ha consentito loro tramite i concorsi truccati di occupare tutti i gangli vitali dello Stato.