Una “scuola” per far crescere Roma. Rutelli ne parla con il Secolo. E ci vorrebbe una tregua…

31 Gen 2020 12:55 - di Francesco Storace
Rutelli
Formare una nuova leva a servizio della comunità, per governare Roma. Questa la mission della Scuola di Servizio Civico ideata da Francesco Rutelli. “C’è bisogno di più competenze per governare problemi complessi, in particolare quelli di Roma”, secondo l’ex sindaco di Roma, escludendo che la sua idea abbia un “carattere politico”. Elegantemente, glissa sulla Raggi in questa intervista al Secolo d’Italia e spiega che cosa ci vorrebbe per Roma, “una tregua rispetto alla contrapposizione di parte”.

In una società dominata dai social, può avere fascino un’idea che invita a riflettere e a studiare?
 “Se vogliamo contribuire a formare una leva di amministratori futuri, dobbiamo proprio uscire dall’immediatezza social. Altrimenti, il successo istantaneo è garantito. E pure il disastro, appena dietro l’angolo. Le tradizionali leve formative (partiti, parrocchie, sindacati, e così via) non esistono praticamente più. Ma rimane, e rimarrà, il dovere di affidare la guida della nostra comunità a persone che abbiano una visione d’insieme, e delle competenze apprezzabili. Insomma: i problemi sono più complessi che mai, e non può funzionare l'”uomo solo al comando”, né la raccolta casuale e improvvisata dei governanti”.
Chi sono gli interlocutori? Come scegli i docenti?
“E’ un’iniziativa di volontariato civico, aperta, senza connotazione politica di parte. Con le persone che si sono rese disponibili, insedieremo un Comitato Scientifico e uno Organizzativo: i docenti verranno individuati per costruire le dieci aree formative che abbiamo definito, sui principali temi per l’amministrazione della Capitale. Una priorità speciale verrà assegnata a semplificazione e innovazione digitale”.

Seminari, laboratori, lezioni…

Come si articola il corso?
“E’ un cantiere aperto, e modificheremo le scelte anche in funzione dei suggerimenti  – veramente molti, e qualificati – che stiamo ricevendo. L’idea è di svolgerlo su base annuale; quest’anno, con due cicli di tre mesi, uno da aprile, il secondo dopo l’estate. Con seminari e laboratori, e poi lezioni. Con sopralluoghi nelle realtà più complicate della città, e ‘legal clinics’, per affrontare sperimentalmente le problematiche giuridiche e amministrative concrete. Infine, con Lezioni affidate a importanti personalità, aperte alla cittadinanza”.
C’è qualche consigliere comunale che dovrebbe venire alla scuola? Anche la Raggi?
 
“Il Comitato Scientifico valuterà le domande di partecipazione (prevediamo una quota di iscrizione di 400 euro, per contribuire alle spese; in qualche caso, delle borse di studio pagate da sostenitori della Scuola). Certo, ci potranno essere amministratori che vogliano seguire i corsi, e comunque potranno partecipare agli appuntamenti pubblici. Oltre a laureandi e neo-laureati, prevediamo che possano partecipare funzionari, dirigenti, amministratori. E’ stato stabilito un limite: non oltre i 40 anni”.

Non è un’idea per candidarmi a Roma, dice Rutelli

E’ ovvio che tutti si chiedano se non hai intenzione di rimetterti in campo per governare di nuovo Roma
“Risposta semplice, in due lettere. No”.
Che cosa resta della Capitale che hai governato?
“Beh, non tocca a me fare un’autobiografia. Sul Secolo d’Italia, poi! Sarebbe un eccesso di buona volontà, non credi? Però, forse – deposte le vecchie polemiche di schieramento – anche i tuoi vecchi amici converranno che è valsa la pena, ad esempio, di costruire l’Auditorium Città della Musica, o mettere in esercizio 300 chilometri di ferrovie, realizzare o trasformare più di venti Musei e Gallerie, le ‘100Piazze’ – alla fine, 180, e qualcuna ancora regge, nonostante il tracollo della manutenzione – o la Galleria di Monte Mario; e così via. Proprio quest’ultimo aspetto, in fondo, richiama la crisi del governo locale. Ma è possibile che la prima manutenzione della Galleria si faccia dopo oltre 15 anni, chiudendola al traffico nei mesi di maggiore congestione, anziché in modo ordinario, e ordinato?”.
E’ possibile a Roma una candidatura, politica o civica che sia la personalità, senza bandiere di partito a fianco?
“Sarebbe una prova di maturità: una specie di consiliatura ‘di tregua’ rispetto alla contrapposizione di parte, con la convergenza su un gruppo di persone – non solo un Sindaco – pronte a servire la città. Ma davvero i diversi partiti rinuncerebbero a questa contrapposizione, per unire le forze, una tantum, per fare uscire Roma dalla sua crisi? Ne dubito assai”.

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