Udine, gli antifascisti si preparano al Giorno del Ricordo: imbrattata la targa per le Foibe. Meloni: “Miserabili”
Nuovo oltraggio alla memoria dei “Martiri delle Foibe” a Udine. Nella notte la targa del parco che è loro dedicato è stata imbrattata con un pennarello rosso. L’intitolazione è stata cancellata e sostituita con la scritta “Fasci m…a”. Grosso modo un anno fa si erano verificati atti vandalici della stessa natura. A febbraio la furia dei negazionisti si accanì contro il ceppo commemorativo e le piante che lo adornavano. Un mese dopo, su un muro del parco venne scritto “né vittime né martiri, solo fascisti e spie”.
Il Giorno del Ricordo e l’oltraggio ai martiri delle foibe
Dunque, gli oltraggi sembrano concentrarsi in un momento specifico dell’anno: quello a ridosso del Giorno del Ricordo. A sottolinearlo sono stati, in particolare, il capogruppo di FdI in Comune, Luca Vidoni e il coordinatore regionale del partito Walter Rizzetto. “Chi ha agito in questo modo non è degno di essere chiamato persona”, ha detto Vidoni, mentre Rizzetto ha chiarito che “non riusciranno mai a cancellare la memoria di migliaia di nostri connazionali trucidati dal regime titino”, annunciando “la presentazione di una proposta di legge contro il negazionismo”, in cui venga riconosiuto anche il “ruolo fondamentale alle Associazioni degli Esuli Istriani Fiumani e Dalmati a tutela della verità su esodo e Foibe”.
Il sindaco denuncia il ruolo degli storici negazionisti
Lo stesso sindaco di Udine, Pietro Fontanini, ha sottolineato quanto in fatti del genere pesi la lettura ideologica che ancora molti storici e studiosi si ostinano a dare di quella tragedia italiana.“Evidentemente – ha detto Fontanini – la chiarezza fatta negli ultimi anni sulla tragica pagina delle foibe, dopo decenni in cui si è dato spazio solo ed esclusivamente a una storiografia di matrice ideologica e tesa alla mistificazione e al negazionismo di quanto accaduto, non è ancora sufficiente. Finché ci saranno studiosi e storici disposti a sacrificare la realtà dei fatti sull’altare dell’appartenenza politica, per esempio facendo passare l’idea che gli infoibati fossero tutti fascisti, non ci sarà memoria e – ha avvertito il primo cittadino – qualche ignorante si sentirà legittimato a compiere gesti come quello di oggi”.
Vorrei uno Stato in cui questi vigliacchi rossi venissero presi e sbattuti a fare i lavori forzati per vent’anni, finiti i quali venissero privati di ogni loro avere e spediti in qualche paese in cui c’è una dittatura. Magari islamico, che a loro piacerà tanto