Svolta sul caso Regeni. Vertice tra inquirenti. Il Cairo annuncia un nuovo team investigativo
Schiarite sulla vicenda di Giulio Regeni. Il Cairo ha annunciato un nuovo team investigativo per fare luce e giustizia sull’omicidio del ricercatore italiano scomparso il 25 gennaio 2016. E trovato morto pochi giorni dopo in Egitto, sulla strada che collega la capitale egiziana con Alessandria d’Egitto.
Regeni, l’Egitto collabora con un nuovo team investigativo
Dopo l’incontro fra investigatori italiani ed egiziani, a Piazzale Clodio si attendono risultati concreti dall’Egitto per avviare un incontro fra procuratori. In particolare gli inquirenti italiani attendono risposte alla rogatoria inviata nell’aprile dello scorso anno. Il team italiano è stato ricevuto dal Procuratore egiziano Hamada Al Sawy. Che si è impegnato «a fare tutto quanto possibile per arrivare a stabilire la verità». E ha ribadito la volontà di proseguire i rapporti bilaterali.
I giudici italiani: «Ora fatti concreti»
«Ora servono risultati concreti, risposte alle nostre richieste». I magistrati romani che indagano sull’omicidio di Giulio Regeni, torturato e trovato morto il 3 febbraio del 2016, sompono gli indugi. Al termine dell’incontro tra investigatori svolto nella capitale nordafricana chiedono «atti concreti» agli omologhi egiziani. Nel corso vertice bilaterale il procuratore generale del Cairo ha annunciato la formazione di una nuova squadra investigativa. Che sta esaminando e organizzando i documenti del caso e lavora a tutte le procedure di indagine necessarie per svelare la verità. In piena imparzialità e indipendenza.
Il procuratore generale Hamada Al-Sawy, si legge sul sito del quotidiano Youm7, «ha riaffermato la continuazione della cooperazione giudiziaria tra il pubblico ministero egiziano e il suo omologo a Roma. Per arrivare alla verità in modo obiettivo e completamente trasparente, lontano dalle false informazioni diffuse nel caso. Durante le riunioni congiunte la squadra investigativa egiziana ha ascoltato il parere e punti di vista degli investigatori. Le due parti hanno convenuto di proseguire la cooperazione proficua tra le due procure. E hanno affermato che ciascuna parte dovrebbe eseguire tutti le procedure richieste nel rispetto delle leggi dei due paesi».
«Avresti compiuto 32 anni, ma ti hanno rubato la vita»
«Caro Giulio, oggi avresti compiuto 32 anni ma ci sono persone che non rispettano la vita degli altri…Non rispettano i diritti umani…e tu lo sai molto bene, purtroppo». Così la mamma di Regeni, Paola Deffendi su Facebook.