Soleimani, l’omicidio approvato da Trump a giugno se l’Iran avesse ucciso cittadini americani

13 Gen 2020 18:10 - di Redazione
SOLEIMANI

Donald Trump approvò l’omicidio di Qassem Soleimani a giugno. Ne è convinta la Nbc. Che cita cinque funzionari ed ex-funzionari dell’amministrazione Trump.

Secondo queste fonti, l’allora consigliere per la sicurezza nazionale, John Bolton chiese a Trump di vendicare l’abbattimento di un drone ad opera degli iraniani a giugno. Dando il via libera all’operazione per uccidere Soleimani.

La decisione era appoggiata anche dal segretario di Stato Mike Pompeo.
Ma il presidente Trump – ha rivelato una persona a conoscenza del contenuto del confronto – chiarì che avrebbe agito solo nel momento in cui l’Iran avesse ucciso un cittadino americano.

L’idea di uccidere Soleimani presa in considerazione nel 2017

«Nel corso del tempo – ha spiegato un funzionario citato dall’emittente – a Trump sono state presentate diverse opzioni». E «qualche tempo fa gli assistenti presidenziali hanno messo l’uccisione di Soleimani sulla lista delle possibili risposte all’aggressione iraniana».

«L’idea era venuta per la prima volta nel 2017. Durante uno scambio tra l’allora consigliere per la sicurezza nazionale H.R. McMaster e funzionari dell’amministrazione sulla strategia del presidente».

«Allora, questa possibilità veniva concepita come uno dei possibili elementi attraverso cui esercitare «massima pressione» sull’Iran ma non cui ricorrere in prima istanza. Successivamente, la proposta è stata presa in considerazione più seriamente con Bolton. Che è succeduto a McMaster nell’aprile 2018».

Intanto il presidente iraniano, Hassan Rohani, ha ordinato l’attuazione di una legge, approvata dal Parlamento di Teheran, il Majlis, che definisce il Pentagono «un’organizzazione terroristica». E «terroristi» coloro che agiscono per suo conto, assoggettandoli alle sanzioni della Repubblica islamica.
Il Consiglio dei Guardiani ha approvato la legge.

L’Iran approva legge: il Pentagono è organizzazione terroristica

Secondo l’agenzia di stampa Tasnim, Rohani ha chiesto a tutte le principali organizzazioni iraniane di attuare la legge. Che inserisce nella lista nera anche tutti i comandanti statunitensi che hanno avuto un ruolo nell’uccisione del generale Qassem Soleimani.

«Non abbiamo ancora completato la nostra vendetta nei confronti dei nemici per l’uccisione di Soleimani e dei suoi compagni», ha avvertito Ali Shirazi, rappresentante della Guida Suprema, Ali Khamenei. Inviando un minaccioso messaggio agli Stati Uniti.

Shirazi ha annunciato così nuove rappresaglie dopo il lancio di missili contro basi in Iraq utilizzate da truppe americane per l’uccisione del comandante della Forza Quds, il generale Qassem Soleimani.

«L’azione di rappresaglia non sarà necessariamente condotta dall’Iran da solo», ha avvertito Shirazi. Che ha sottolineato come anche il cosiddetto “fronte della resistenza” avrà un ruolo «attivo» nella «vendetta».

La «vera vendetta» dell’Iran per l’uccisione del comandante Qassem Soleimani, sarà spingere le truppe statunitensi a «lasciare la regione», dice, invece, il primo vice presidente iraniano, Eshagh Jahangiri. Dopo l’omicidio di Soleimani, sostiene Jahangiri «è aumentato l’odio degli iraniani per gli Usa».

 

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