Salvini: “Io mi batto contro ogni forma di antisemitismo, il Pd no”

16 Gen 2020 14:31 - di Redazione
Antisemitismo

“Chi vuole cancellare Israele ha un avversario in noi ora e sempre”. Lo ha detto Matteo Salvini al convegno sull’antisemitismo, che si è svolto in Senato. Il leader della Lega ha auspicato una “veloce adozione del documento Ihra” e sottolineando che “chi ne vuole la distruzione è antisemita e va contestato”. “Odiare Israele ha già fatto troppi danni nella storia”, ribadisce il leader della Lega.

Rispondendo  a una domanda su Soros, Salvini ha detto: “Ritengo di contrastare le politiche di immigrazioni non perché qualcuno è ebreo, ma perché io sono un patriota, difendo i nostri confini”. Poi sulla senatrice a vita Liliana Segre ha aggiunto: “Lei ha tanto da insegnare, Carola Rackete no”.

Il leader della Lega: “Vediamo come voteranno Pd e M5s sull’Ihra”

Il leader della Lega ha anche risposto a una domanda sui rapporti con l’estrema destra. “Non esistono rapporti con CasaPound e Forza nuova, locali e nazionali. Noi – assicura – ci esprimiamo con i voti, vediamo come voteranno il Pd e i cinque stelle sull’Ihra, il documento sull’antisemitismo”.

Al convegno sull’antisemitismo di Palazzo Giustiniani, organizzato dalla Lega, ha partecipato anche l’ambasciatore israeliano a Roma, Eydar Dror. “Lo Stato di Israele è la polizza assicurativa di tutti gli ebrei del mondo, grazie a esso possono andare a testa alta in tutto il mondo e in caso di necessità a tornare a casa  Chiunque si opponga all’esistenza di Israele è antisemita”.

“Antisemitismo effetto del relativismo culturale”

La presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati ha aperto i lavori con un articolato intervento sul fenomeno dell’antisemitismo. “Una società forte della propria identità, una società rispettosa della dignità e della libertà di ogni essere umano è per sua natura una società che ripudia l’intolleranza e il razzismo, qualunque ne sia la forma, qualunque ne sia la natura”. Per la presidente del Senato, “occorre diffidare degli eccessi del relativismo culturale nel nome della globalizzazione, di cui l’antisemitismo è solo uno degli effetti di una crescente e più generale intolleranza “verso ogni diversità: di etnia, di genere, di fede religiosa o di opinione politica”.

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