Libia: razzi sull’aeroporto di Mitiga, dove c’è il contingente italiano. L’imperialismo turco preoccupa anche gli arabi

22 Gen 2020 16:53 - di Giovanni Trotta
libia. mitiga airport

Libia, tregua ancora violata. Ma non dal generale Haftar, lui difende il popolo libico dall’invasione turca. Ma dalla stessa Turchia, che si giustifica dicendo di essere in Libia per “addestrare” non si  sa chi. Intanto oggi sospesi i voli da e per l’aeroporto internazionale di Mitiga, unico scalo funzionante a est di Tripoli in Libia, dopo il lancio di razzi da parte dell’Esercito nazionale libico (Lna) del generale Khalifa Haftar. Lo rende noto l’emittente Alahrar. A quell’aeroporto sono di stanza anche gli italiani. Il portavoce delle forze di Tripoli – il governo-fantoccio dellaUe – Mohammed Gununu ha affermato che ”le milizie di Haftar hanno colpito l’aeroporto internazionale di Mitiga a Tripoli con sei razzi Grad sparati per minacciare il traffico aereo, in una flagrante minaccia al traffico aereo e in una nuova e ripetuta violazione del cessate il fuoco”, ha detto. Non ha specificato però quali fonti dicono che i razzi sono dell’Lna. È sempre una guerra, non sul terreno, ma di propaganda.

Intanto le forze fedeli al generale Khalifa Haftar hanno abbattuto un drone turco decollato dall’aeroporto di Mitiga, a est di Tripoli, nel tentativo di colpire le forze dell’autoproclamato Esercito nazionale libico (Lna) nella capitale libica. Lo ha riferito il portale d’informazione Libyan Address, ritenuto vicino a Haftar.

Libia, per la Lega follia riavviare la missione “Sophia”

La Lega interviene sulla crisi libica. “Reintrodurre la missione Sophia sarebbe un’autentica sciagura per il nostro Paese”. Lo sostiene l’eurodeputata della Lega Silvia Sardone. “Ho presentato un’interrogazione alla Commissione Ue per sapere le intenzioni dell’Europa”, rende noto l’europarlamentare. “Lo scopo della missione – continua la Sardone – era quello di scongiurare le tragedie dell’immigrazione e la violazione dell’embargo sulle armi alla Libia. Ma nel tempo, giustamente, la missione era stata accantonata, vista la sua quasi totale inutilità”. “Le navi di Sophia – prosegue – erano posizionate in acque internazionali e, più che vigilare su possibili reati, fungevano da mezzi di salvataggio per i barconi pieni di immigrati, spesso clandestini, che poi venivano portati in Italia”.

La missione ha solo facilitato gli sbarchi clandestini

“La missione – aggiunge l’eurodeputata – ha pertanto avuto un ruolo molto importante nell’aumento degli sbarchi in Italia durante gli anni precedenti. Ripristinare Sophia rischia di produrre un nuovo fallimento, penalizzando ulteriormente l’Italia e facilitando i trafficanti di uomini”. Per l’eurodeputata milanese, Sophia “non è uno strumento utile per stabilizzare la Libia, né per limitare l’arrivo di armi. Il Pd come al solito sostiene, a partire dal commissario Gentiloni, queste proposte che vanno contro gli interessi italiani. Anche a livello europeo, evidentemente, l’unico scopo della sinistra è far ripartire l’immigrazione senza freni”, conclude. Cinzia Bonfrisco, eurodeputata della Lega, ha dichiarato recentemente a Formiche.net di non essere contraria, a titolo personale, a ragionare su un eventuale riavvio di Sophia, a patto che gli sbarchi dei migranti salvati in mare non avvengano più solo in Italia.

Gli arabi: la Ue difenda Grecia e Cipro dai turchi

Persino gli arabi ammoniscono sui rischi dell’imperialismo di Erdogan. ”La Turchia fa la voce grossa, ma c’è un dato di fatto che non può essere omesso: la Grecia e Cipro sono membri dell’Unione europea ed è suo compito difenderli”. Lo ha dichiarato il segretario generale della Lega araba, Abu Al-Gheit, alla tv di Stato egiziana. ”I confini marittimi dell’Egitto sono chiari – ha aggiunto – Non dobbiamo preoccuparci della posizione dell’Egitto nel Mediterraneo orientale, gli accordi hanno reso la situazione ideale”.

Commenti

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  • Mario Donnini 23 Gennaio 2020

    Il commento all’articolo di Giovanni Trotta, di ieri mercoledì 22 gennaio, è l’occasione per toccare i temi nevralgici del Mare Nostrum: Si comincia dalla Libia, per andare alla Turchia, alla Grecia, all’immigrazione, al al traffico di esseri umani, alle sciocche iniziative sulla Libia da parte dell’Unione europea e, così, dalla missione sciagurata delle marine da guerra alle inutili conferenze per la pace di Palermo e di Berlino, al traffico di armi e al vero motivo d’interesse degli europei e dei turchi: il petrolio. Ma la critica a europei e turchi ci sta, ma è nella natura delle cose che le risorse incommensurabili della Libia attraggano questi paesi. Meno naturale è che l’Italia, con il cappuccio calato sugli occhi dell’ONU – sempre più inutile -, dalle alleanze e dai trattati internazionali con la NATO e con l’Unione europea, abbia lasciato bombardare, ammazzare e, ora, invadere il suo vicino, ieri come oggi, anche alleato. Sto dicendo che abbiamo rinunciato, a mio parere, per incapacità e interessi personali, ad esercitare una politica estera di vicinato, abdicato al nostro ruolo di centro del Mediterraneo, rinunciato a sostenere le nostre imprese dell’energia e mi sovvengono le parole amare di un ministro albanese, a Tirana, poco più di venti anni fa: ”Mario, ci avete deluso. Contavamo che sareste venuti a mettere ordine, ad accompagnarci e, invece, avete paura di tutto.” Ed è vero. Abbiamo paura, non perché manchi il coraggio, ma perché chi ci guida non deve rispondere al popolo italiano: non deve avere una personalità, uno spessore, un carisma che gli consenta di adempiere al suo dovere, di imporsi, se necessario; se, eccezionalmente, li possiede, deve vendere l’anima al diavolo che gli propone l’opzione fra usare in modo limitato il potere politico o il piombo. Voglio ricordare tre italiani coraggiosi: Enrico Mattei, Aldo Moro, Gianluca Buonanno. Questo accade perché non abbiamo perso soltanto la guerra, ma la morale e la consapevolezza del nostro essere al centro del Mediterraneo. La guerra inconsulta, che sia stata imposta con l’inganno o che si sia profittato della nuova grandigia, ci ha portato la sconfitta militare, materiale e morale. Ora, le Forze Armate le abbiamo ricostruite e sono presenti in Africa, con 18 missioni, in Europa con 14 e in Asia con 13; l’Italia materiale era resuscitata nel miracolo economico, con il sudore dei lavoratori, ormai, svenduto all’Europa da quelli che si appellano sinistra; e l’Italia morale? Ci sono modi e modi di perdere. Bisogna saper perdere e, sicuramente, il tradimento è il peggiore dei modi. Abbiamo perso perché non eravamo all’altezza del conflitto, dal punto di vista industriale e militare, ma, per molti, anche morale, perché una buona mano l’hanno data i traditori e chi erano e quanto valessero l’hanno scritto con il sangue della guerra civile, durante e dopo la guerra. Non basta! L’hanno scritto e lo continuano a scrivere arraffando, strappando figli alle madri, bestemmiando Dio, Patria, Famiglia. Si sarebbe dovuto fare ammenda del tradimento, di una scelta, almeno sofferta, in nome del nobile fine della democrazia; ma era questa la democrazia? Vedo minoranze fameliche occupare gli scranni, i poteri dello Stato, le istituzioni i principi fondanti della Costituzione: primo il Lavoro! ribaltati dai servi di poteri stranieri, da quisque de populo, che vengono pescati dal fondo e innalzati, che non conoscono vergogna e pudore, cercano la prima fila, e amano solo il potere, effimero, di uno Stato che, invece, anela e deve rinascere! La lingua batte dove il dente duole; ma se vogliamo adempiere al nostro ruolo in Mediterraneo, come in Europa e nell’Occidente, è dagli italiani che si deve ripartire. Dagli italiani; ma è alle italiane che va il mio pensiero. Siete le donne più donne d’Europa, il simbolo della libertà. Siate le madri del nostro futuro!
    Grazie a Giovanni Trotta e al direttore del Secolo per questo spunto.
    Mario Donnini, associazioneeuropalibera.wordpress.com