In Alto Adige cancellate le scritte in italiano di alcuni segnali stradali. La denuncia di Urzì (FdI)

7 Gen 2020 13:22 - di Milena De Sanctis
Alto Adige

In Alto Adige «tornano in azione gli untorelli». A denunciarlo è Alessandro Urzì, consigliere regionale di Fratelli d’Italia e consigliere provinciale de L’Alto Adige nel cuore. «Questa volta – ha detto – hanno cancellato le denominazioni in lingua italiana». Colpite le di località del comune di Vadena e vicine al lago di Caldaro. Come Campi al Lago. «Con lo spray nero sono state cancellate le indicazioni in lingua italiana di una serie di segnali stradali».  In questo modo, spiega Urzì, si è arrecato «un grave danno anche economico. Chiaramente oltre, allo sfregio delle sensibilità degli abitanti di lingua italiana dell’Alto Adige, del comune di Vadena e della Bassa Atesina».

Alto Adige, interrogazione di FdI

Sul caso presentata una interrogazione alla Provincia. Nel testo si chiede che «in accordo con il Comune si operi al ripristino delle indicazioni in lingua italiana. Questi atti sono frutto di menti malate di persone fortemente condizionate da sentimenti ostili. Invece di valorizzare il patrimonio di pluralità dell’Alto Adige, si arroccano su posizioni di scontro e di avversità. Questi fenomeni non vanno sottovalutati. Ma fortemente contrastati. Ci si chiede – conclude il coordinatore regionale di FdI – se le telecamere delle strutture militari prossime al luogo dello sfregio della segnaletica possano essere utili a risalire agli autori del gesto».

I precedenti anti-italiani

Sono numerosi i casi di iniziative razziste contro gli italiani. L’ultimo caso risale a novembre  dello scorso anno. Per giorni manifesti firmati “Suedtiroler-Freiheit” hanno tappezzato i muri di tutta la provincia di Bolzano. Nei manifesti campeggiava la foto di un cadavere col cartellino all’alluce. Nel dettaglio sul manifesto si leggeva una scritta provocatoria e offensiva. «Il medico non conosceva il tedesco…». Il cartellino era attaccato al piede del paziente morto. E diceva: «Qui muore il diritto all’uso della madrelingua». Sotto, in campo rosso si leggeva un’altra scritta. «Per capire e ben gestire i pazienti i medici in Alto Adige devono parlare tedesco. Combattiamo per i tuoi diritti».

 

Commenti

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  • Laura Prosperini 7 Gennaio 2020

    via i tanti kartofen (anche loro con il Rolex) dalla nostra amata Patria, chi vuole varcare il confine lo faccia senza alcun problema ma per il resto le scritte e la cultura principale deve essere quella Italiana per ogni scritta o indicazione (la seconda più piccola può essere quella di lingua germanica),