Ilva, l’altoforno 2 non rischia lo spegnimento. Il Riesame ha accolto il ricorso dei commissari
Scongiurato lo spegnimento dell’Altoforno 2 dell’ex Ilva. Il Tribunale del Riesame di Taranto, infatti, ha accolto il ricorso presentato dai commissari dell‘Ilva. E ha annullato la decisione del giudice Francesco Maccagnano di respingere l’istanza di proroga dell’uso dell’impianto. Nonostante la Procura di Taranto il giorno prima avesse dato assenso alla proroga.
Ilva, l’altoforno può tornare all’opera
L’Afo2 fu sequestrato nel giugno 2015 dopo l’incidente costato la vita all’operaio 35enne Alessandro Morricella. Investito da una fiammata mista a ghisa incandescente.
La notizia della proroga è data da fonti vicine alla gestione commissariale dell’Ilva. Che lo scorso 17 dicembre ha presentato l’impugnazione in sede di appello. Il ricorso è stato poi discusso nell’udienza del 30 dicembre. È di 21 pagine la motivazione con cui il Riesame di Taranto ha accolto il ricorso. La proroga per i lavori di messa in sicurezza è sino ad un massimo di 14 mesi. Con tappe intermedie di 9 e 10 mesi. I tempi stabiliti da Ilva per installare le sei nuove macchine già ordinate per i due campi di colata dell’altoforno 2.
Tutte le macchine ordinate, e in parte già pagate come acconto, hanno un costo di circa 11 milioni di euro. Le macchine servono ad automatizzare il ciclo di colata della ghisa dall’impianto. Il verdetto del Riesame interrompe le procedure di spegnimento che da domani sarebbero entrate in una fase cruciale. È la seconda volta che il Riesame ribalta sull’altoforno 2 un provvedimento dello stesso giudice. La prima è stata a settembre. Quando i giudici accolsero il ricorso contro il no all’uso dell’impianto dichiarato da Maccagnano a fine luglio. E anche in questa occasione la Procura aveva detto si all’utilizzo dell’impianto da parte di Ilva.
La protesta degli operai in cassa integrazione
Un gruppo di lavoratori dell’acciaieria ha occupato dalle prime luci del mattino la bretella stradale tra il siderurgico ArcelorMittal e la raffineria. E ha bloccato l’accesso ai cancelli. Protestano per il mancato rifinanziamento dell’integrazione salariale per oltre duemila cassintegrati. Hanno occupato la sede stradale con alcune auto. Si tratta dei 1.600 lavoratori rimasti all’Ilva in amministrazione straordinaria. E attualmente in cassa integrazione straordinaria. E dei lavoratori ArcelorMittal in cassa ordinaria. Il sindacato di base Usb chiede il rifinanziamento dell’integrazione salariale al 10% per i cassintegrati. E l’apertura di un tavolo di discussione sul decreto legge Taranto.