Il fantasma di Craxi agita il Pd. Gori: «Lui meglio di Berlinguer». Il partito: «Così ci facciamo male»

18 Gen 2020 16:47 - di Valerio Falerni
Craxi

Tutto avrebbe potuto immaginare Bettino Craxi tranne di trovarsi un giorno immischiato nella contesa su chi, tra lui ed Enrico Berlinguer, due meritasse di essere ricordato come il vero ispiratore del Pd, il partito erede del Pci. Chi non sembra avere dubbi in proposito è Giorgio Gori, sindaco di Bergamo e da sempre promessa dell’anima riformista del partito di Zingaretti. È lui a dire a Repubblica di trovare più farina del sacco del leader socialista che di quello comunista nel discorso di Veltroni al congresso fondativo del Pd. Un’opinione come un’altra, verrebbe da dire. Se non fosse che il “fattore C” dalle parti del Pd è materia ancora incandescente. Trattarla senza le dovute cautele può essere nocivo. E Gori non ha fatto eccezione.

Il sindaco di Bergamo riabilita Craxi. Poi si rimangia tutto

E così, convinto di aver fatto in fondo solo il suo dovere di riformista recandosi ad Hammamet «per non regalare Craxi alla destra», si è ritrovato il giorno dopo nella lista dei blasfemi. E poiché non è proprio quella che si definisce una “pellaccia”, appena ha sentito montare la tempesta intorno a lui («così ci facciamo male», è l’avvertimento del senatore Mirabelli) ha innestato la retromarcia. «Mi sveglio e trovo su Repubblica un’intervista che non ho dato, costruita sulle chiacchiere fatte in piedi durante una cerimonia. Giudizi forzati, espressioni che non sono mie. Perché?». Già, perché? Forse – azzardiamo noi – perché alla faccia dell’aggettivo e della sua pretesa di partito plurale, l’unica matrioska riconosciuta come originaria dal Pd è quella del Pci.

Il Pd non sarà mai un partito riformista

Del resto, Repubblica, mai tenera con Craxi, non avrebbe avuto alcun interesse ad inventarsi parole mai pronunciate. E che parole. A passarle in rassegna viene da pensare ad un Gori deciso a tutto pur di piantare una bandiera riformista in un partito perennemente ostaggio del cattocomunismo. Eccole: «Il Pd nasce con il discorso di Veltroni al Lingotto. E chi c’era in quel discorso se non Craxi, le sue idee?». E ancora: «Berlinguer era l’uomo dell’austerity, il segretario che per superare la crisi proponeva di ridurre i consumi. La ricetta peggiore». Scontata la conclusione: «Nel discorso fondativo del Pd c’era Craxi e non Berlinguer, questa è la verità. Ed è stupefacente che non lo si voglia riconoscere. E che oggi nessuno senta il bisogno di farsi sentire. Figuriamoci farsi vedere. Per questo ho avvertito il bisogno di esserci io, come dirigente del Pd». Giusto. Peccato solo che, ad Hammamet, alla luce della smentita pare che Gori ci fosse andato a sua insaputa.

 

 

 

Commenti

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  • Berardino Di Cecca 19 Gennaio 2020

    Comunisti ed ex comunisti è la stessa cosa, non cambiano mai; sono capaci di negare l’evidenza. Mentono sapendo di mentire. I responsabili della tragedia che ha vissuto Craxi sono loro e, ancora oggi non sono capaci di non riconoscerlo. Ma i fatti non si cancellano. Io non ho votato socialista, ma non per questo non debbo riconoscere che Craxi è stata una grande personalità politica. Ma i figliocci del partito comunista non possono arrivare a tanto perchè sono intellettualmente disonesti.

  • Donato 19 Gennaio 2020

    Compito della Destra italiana è chiamare il popolo in piazza per ribaltare il potere giudiziario altrimenti il Centro Destra in Italia non potrà mai governare. Cosa aspettate a farlo?
    Il popolo francese non vi insegna niente?

  • Claudio Brandani 18 Gennaio 2020

    Quella di Gori potrebbe sembrare una buona uscita ma servirà soltanto per mascherare ipocritamente l’avversione cattocomunista dei sinistri sinistri verso Bettino. Un tentativo abbastansa fasullo e smascherato per non lasciare la scena intera al centrodestra ed ai socialisti veri, quelli che oggi votano FI o Lega.