Gregoretti, la Lega lancia il sito digiunopersalvini.it. In pochi minuti centinaia di adesioni

20 Gen 2020 18:59 - di Redazione

Un digiuno per Matteo Salvini, per difenderlo e per stargli accanto mentre grillini e sinistra cercano di processarlo, in Giunta per le autorizzazioni a procedere, sul caso Gregoretti.

Da pochi minuti è online il sito per raccogliere adesioni all’iniziativa. Si chiama, appunto, digiunopersalvini.it . E le adesioni crescono di minuto in minuto.

«Sto con lui e per un giorno #digiunopersalvini», recita il claim sul sito. In vista del voto della giunta per le autorizzazioni a procedere nei confronti dell’ex-ministro dell’Interno sulla vicenda Gregoretti.
«Matteo Salvini a processo, rischia la galera per aver difeso la patria», si legge sulla home del sito.

E’ la nuova carta social-mediatica che gli strateghi della Lega hanno deciso di calare sul tavolo dove si gioca la partita più spinosa per la sinistra schierata contro l’ex-ministro dell’Interno. Accusato di aver bloccato, nel luglio 2019, la nave Gregoretti della Guardia costiera nel porto di Augusta, non autorizzando lo sbarco di oltre 130 immigrati clandestini. Rimasti, quindi, sulla nave Gregoretti per diversi giorni, tra la fine di luglio e inizio agosto.

L’accusa arriva alla Giunta per le autorizzazioni a procedere dal Tribunale dei ministri di Catania. Una vicenda che, di ora in ora, si sta trasformando in un micidiale boomerang politico per la sinistra di Pd e Italia Viva e per i grillini.

La vicenda Gregoretti si trascina dal 25 luglio 2019. Da quando l’equipaggio della nave Gregoretti imbarca, al largo di Lampedusa 50 immigrati clandestini. Che erano stati tratti a bordo poco prima dal peschereccio “Accursio Giarratano”. Ed altri 91 immigrati fatti salire dagli uomini di un pattugliatore della Guardia di Finanza.

L’operazione di recupero era avvenuta, in entrambi i casi, in acque maltesi. Proprio all’interno della zona Sar, Ricerca e soccorso, dell’isola.
Ma, appunto, i clandestini non vengono sbarcati a Malta.
La Gregoretti punta, invece, la prua verso Lampedusa. Dove scarica 6 clandestini, ufficialmente bisognosi di cure.

E’ in quel momento che il ministro dell’Interno, d’accordo con il resto del governo Conte, che nulla dice al proposito né, ufficialmente, si oppone in quei momenti, decide di tutelare gli italiani. E non autorizza lo sbarco degli altri 135 clandestini.

«Ho dato disposizione che non venga assegnato nessun porto» alla Gregoretti «prima che ci sia sulla carta una redistribuzione in tutta Europa», dice Salvini.
La vicenda si trascina nell’indifferenza di tutti i Paesi della Comunità Europea. Che restano alla finestra a guardare, disinteressati, gli immigrati clandestini a bordo della Gregoretti. E voltano le spalle all’Italia. In nome di un’Europa che non c’è. Assente e senza pietà.

La Gregoretti viene fatta ormeggiare al molo Nato di Augusta in attesa che l’Europa si prenda la propria parte di responsabilità.
Il 29 luglio vengono fatti sbarcare dall’Italia 15 minori. L’Europa e i suoi 27 Paesi non dicono una parola. Muti e indifferenti.

Ventiquattrore dopo la Procura avvia un’ispezione sulla nave. Per verificare le condizioni igienico-sanitarie degli immigrati clandestini ancora a bordo.
E apre un’inchiesta contro ignoti. Non c’è un nome che viene iscritto nel registro degli indagati. Ma è chiaro a tutti il bersaglio grosso a cui mirano i magistrati: Matteo Salvini.

Il 31 luglio, dopo sei giorni in cui l’Europa, indifferente e spietata, è stata a guardare, i 116 immigrati clandestini vengono fatti sbarcare. E trasferiti nell’hotspot di Pozzallo per le procedure di identificazione. Suddivisi nei cinque Paesi dell’Unione europea che, finalmente, dopo giorni di ignobile silenzio, hanno deciso di farsi avanti – Francia, Germania, Portogallo, Lussemburgo e Irlanda. Cinquanta restano nel nostro Paese. La Cei, alla fine, ha deciso di prenderli in carico.

 

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