Firenze allo sbando: così la “banda dei somali” organizzava illecitamente l’assistenza ai loro compatrioti

17 Gen 2020 18:52 - di Redazione
firenze, tribunale

Firenze allo sbando. Il giudice dell’udienza preliminare del Tribunale, su richiesta della Direzione distrettuale Antimafia della Procura, ha disposto il rinvio a giudizio di sette indagati (6 cittadini somali ed un sudanese). I reati in materia di falso materiale o ideologico per il rilascio dei permessi di soggiorno. La prima udienza del processo è fissata per i primi di febbraio. I 7 cittadini stranieri, nel corso del tempo, avrebbero favorito il rilascio di permessi di soggiorno e/o titoli di viaggio a cittadini somali mediante presentazione di dichiarazioni fittizie. Dichiarazioni finalizzate ad attestare una residenza o un domicilio non reale presso immobili in provincia del capoluogo toscano (Fiesole, Reggello e Figline e Incisa Valdarno). In questo modo inducendo in errore i pubblici ufficiali addetti all’ufficio anagrafe dei Comuni competenti, nonché i pubblici ufficiali dell’ufficio immigrazione della questura. Lo hanno accertato le indagini della sezione criminalità organizzata della squadra mobile della questura.

Firenze era la centrale dell’organizzazione

Le indagini hanno evidenziato come numerosi cittadini somali presenti sul territorio dello Stato italiano intenzionati a richiedere il rilascio o rinnovo del permesso di soggiorno o il titolo di viaggio, ricorressero al “circuito fiorentino” approntato dagli imputati. I cittadini stranieri “ricevevano della documentazione attestante un’idonea e stabile sistemazione alloggiativa per presentarsi poi presso l’ufficio immigrazione della Questura di Firenze e richiedere il documento di cui necessitavano”.

Tra i soggetti individuati particolare attenzione è stata incentrata su una cittadina somala 57enne presente a Firenze da tempo. La donna è titolare di tre negozi ubicati nella zona di via Palazzuolo. “Ovvero in posizione strategica nel cuore di un quartiere caratterizzato da elevata presenza e frequentazione di cittadini di etnia somala”, sottolinea una nota della questura. In alcuni casi i quali cittadini gravitanti in altre regioni sono arrivati nel capoluogo toscano appositamente. E, nell’attesa che si perfezionasse l’iter per l’ottenimento del rilascio del permesso di soggiorno, li hanno assistiti materialmente. E persino muniti di un posto letto reperito in strutture occupate, indirizzati per i pasti in centri Caritas.

Inoltre, nel frattempo, impiegati in servizi di varia necessità dai connazionali che stavano gestendo nel frattempo la loro pratica. Taluni dei somali alla ricerca di un domicilio fiorentino, pur risultando fittiziamente ospitati presso abitazioni provate, trovavano ricovero nel palazzo dell’ordine dei Gesuiti di Firenze. Si tratta dello stabile occupato, con il sostegno di alcuni esponenti del Movimento lotta per la casa, il 17 gennaio del 2017 da cittadini somali. Costoro precedentemente erano stanziati presso un capannone a Sesto Fiorentino, dove era deceduto un cittadino somalo a seguito di un incendio.

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