Fioramonti scarica veleno sui grillini: «O si tace o si esce». E Di Maio perde un altro deputato

7 Gen 2020 10:51 - di Marta Lima

L’ex ministro Lorenzo Fioramonti vuota il sacco. «Nel M5s c’è l’impossibilità di un confronto critico. Non è ammesso il dissenso, non c’è ascolto. I panni sporchi si lavano in famiglia. Per il resto: si tace o si esce». In una intervista a La Repubblica Fioramonti si toglie dei macigni dalle scarpe. «Il mio gruppo mi ha attaccato come fossi un nemico», spiega l’ex ministro dicendo di non aver sentito né Grillo né Casaleggio. «Del resto credo che sappia cosa penso della piattaforma Rousseau: inadeguata, inutilmente costosa, un milione e mezzo l’anno. A prezzi di mercato ne costerebbe 30mila, farraginosa».
Fioramonti parla tra l’altro di Eco, la sua nuova iniziativa, lanciata dopo le dimissioni. «Non c’è una forza dentro il Parlamento che rappresenti i valori ambientali, ecologisti, moderni». E aggiunge: «La formazione di un gruppo parlamentare dipenderà da quanti saremo alla fine». L’ex ministro annuncia che il debutto ci sarà “forse ai primi di febbraio”. «A Roma, in Parlamento. Un incontro pubblico con amministratori, presidenti di regione, parlamentari».

Fioramonti attacca i vertici del M5S

«A volte ci si dimentica cosa sono le cinque stelle. Acqua pubblica, mobilità sostenibile, ambiente. L’economia del benessere è ciò a cui ho dedicato tutta la mia vita di studi. Serve un’alleanza di governi che puntino al benessere sociale e ambientale, non alla crescita del Pil», afferma Fioramonti. «Ci sono quattro governi che hanno preso a modello i miei lavori accademici, le mie proposte: Scozia, Finlandia, Nuova Zelanda,Islanda. Quattro giovani donne coraggiose. Volevo provare a farlo anche in Italia, ma non potevo più fare la figurina da esibire. Se mi chiami per le mie competenze non puoi non tenerle in nessun conto».

Anche Cappellani lascia il Movimento

«Troppa autoreferenzialità, lascio il Movimento». Se ne va anche il deputato nazionale catanese Santi Cappellani, con una mail inviata ai vertici del M5S. «Nnon avrebbe senso rimanere in una squadra in cui non ci si riconosce più. Avvertivo da tempo la profonda frustrazione di non poter rappresentare il temine di cui ci fregiamo. E non poter rispondere ai territori per non minare gli equilibri di questo o quel governo». Dichiarazioni affidate al quotidiano La Sicilia, che dà la notizia.  Cappellani aveva spiegato di non avere potuto rimborsare il movimento perché non ricordava la password d’accesso al sistema. Oggi scrive che il M5s si è “imborghesito, finito in una spirale di autoreferenzialità”.

Oggi intanto è previsto l’incontro dei probiviri del Movimento, Raffaella Andreola, Jacopo Berti e Fabiana Dadone, proprio sulla questione dei moroso e dei dissidenti.

 

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