Si dimette il ministro Fioramonti. Un estremista in meno al governo

26 Dic 2019 0:19 - di Redazione

Neppure il giorno di Natale si fermano le fibrillazioni nel governo. Stavolta addirittura le dimissioni di un ministro, quello dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti, rimaste nell’aria per tutta la sera del 25 e confermate da Palazzo Chigi poco dopo le 23. Fioramonti ha già consegnato la lettera al premier Conte. Un estremista in meno nella compagine di governo.

I rumor delle dimissioni del responsabile dell’Istruzione duravano da giorni ed erano legati all’approvazione della manovra, con il mancato stanziamento dei fondi attesi per l’Istruzione. D’altra parte il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, intervistato da Repubblica, aveva ammesso: “Abbiamo inserito circa due miliardi aggiuntivi per scuola, università e ricerca. Avrei voluto destinare ancora più risorse a questi settori fondamentali. L’impegno è per la prossima manovra”. 

Fioramonti voleva più soldi al ministero

Lo stesso Fioramonti era stato esplicito sulla volontà di un passo indietro in caso di fondi insufficienti per scuola, università e ricerca.

Le dimissioni non avrebbero però un sapore antigovernativo. Fioramonti andrebbe a costituire un gruppo alla Camera a sostegno del premier come embrione di un nuovo soggetto politico. Nei giorni scorsi si sono fatti i nomi di alcuni deputati che potrebbero seguirlo, tra cui Nunzio Angiola e Gianluca Rospi, ma anche l’ex M5s Andrea Cecconi.

Problema più per Di Maio che per Conte

Insomma, si moltiplicano le voci su possibili gruppi contiani nei due rami del Parlamento. In pratica sembra una mossa destinata a dar fastidio più a Di Maio che a Conte, visto che indebolirebbe la forza parlamentare del capo pentastellato. E sarebbe destinata comunque a far crescere la fibrillazione all’interno della maggioranza, esattamente come è accaduto con la nascita del partito di Renzi. E qualche spiegazione dovrà chiederla anche il presidente della Repubblica, Mattarella, che assiste silente ad uno spettacolo mai visto. 

Per la successione al ministero dell’Istruzione il nome in pole è quello di Nicola Morra, attuale presidente della Commissione parlamentare antimafia.

Commenti

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  • maurizio pinna 26 Dicembre 2019

    Un tempo , nell’antico Giappone, quando comprendeva che la fiducia reciproca tra lui e lo Shogun era venuta meno, il Samurai si ritirava in un tempio e dopo aver recitato le formule di rito impugnava il wakizashi e procedeva al seppuke. In tempi più vicini a noi, il Comandante di Marina ,medaglia d’oro al valore, Fecia di Cossato, all’ insediamento del 1° Governo proletario Bonomi, scrisse un breve addio alla madre e si suicidò «Da nove mesi ho molto pensato alla tristissima posizione morale in cui mi trovo, in seguito alla resa ignominiosa della Marina, Tu conosci cosa succede ora in Italia e capisci come siamo stati indegnamente traditi e ci troviamo ad aver commesso un gesto ignobile senza alcun risultato…>>. Ma allora, secondo un’ intervista rilasciata da una giovane studentessa italiana, erano esaltazioni di fascisti sfigati, mentre oggi i gentiluomini del sublime movimento degli elevati rassegna delle prosaiche dimissioni e alla chetichella leva il disturbo.

  • MARIA PIA 26 Dicembre 2019

    Ce mancava solo Morea alla scuola