Coronavirus, allarme su una nave a Civitavecchia: 7mila persone bloccate, due asiatici in isolamento

30 Gen 2020 10:47 - di Robert Perdicchi

Allarme a bordo di una nave della Costa Crociera, ancorata al largo di Civitavecchia. Due casi sospetti di coronavirus sono in questo momento in isolamento nell’ospedale di bordo dell’imbarcazione da crociera ferma al porto di Civitavecchia. Si tratta di moglie e marito cinesi di Hong Kong con febbre e problemi respiratori. Sulla nave sono saliti i medici dello Spallanzani per realizzare i test. Gli altri passeggeri, 6 mila circa, al momento non potrebbero scendere dalla nave. La coppia, salita a Savona alcuni giorni fa, era arrivata in Italia a Malpensa il 25 gennaio.

Coronavirus, bilancio terribile in Cina: 170 morti

Sale a 170 morti e 7.736 infettati, di cui 1.239 in gravi condizioni, il bilancio delle vittime in Cina del nuovo coronavirus di Wuhan. Lo hanno riferito i media ufficiali cinesi, confermando che il virus si è ormai esteso a tutte le province. Sul totale dei morti, 162 sono stati registrati nella provincia di Hubei, epicentro dell’epidemia. I casi registrati all’estero sono invece una settantina, distribuiti in una ventina di Paesi, con la trasmissione del virus da persona a persona registrata in Giappone, Germania, Taiwan e Vietnam. Oggi l’Organizzazione mondiale della sanità riunirà nuovamente il comitato degli esperti. Per decidere se dichiarare l’epidemia una emergenza su scala internazionale.

Il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha riferito che l’organizzazione è “profondamente rammaricata”. L’errore è stato quello di aver definito in molti rapporti della scorsa settimana il rischio legato al coronavirus “moderato”, invece che “alto”. Nella notte, Lufthansa, KLM, Finnair, American Airlines e IndiGo si sono unite al crescente numero di compagnie aeree che hanno deciso di
sospendere tutti i voli diretti o in partenza dalla Cina.

Oggi i rimpatri degli italiani a Whuan

E’ prevista per oggi la partenza del volo che dovrà rimpatriare circa una sessantina di italiani sui 70 che si trovano a Wuhan, in Cina, epicentro del coronavirus. L’orario del volo, riferiscono fonti diplomatiche, non è ancora stato fissato, in attesa del via libera definitivo dalle autorità cinesi. Ieri, in riferimento al rimpatrio dei cittadini italiani, il capo dell’Unità di crisi della Farnesina, Stefano Verrecchia, parlando con SkyTg24, aveva assicurato. «Il nostro interesse è di farli tornare il prima possibile per far cessare questa situazione complessa per i nostri connazionali».

«Abbiamo messo in atto – aveva poi spiegato Verrecchia parlando con Rai News – una collaborazione con il comitato interforze, il ministero della Difesa, il ministero della Sanità e l’ospedale Spallanzani un aereo che dovrebbe partire domani dall’Italia per riportare i nostri connazionali che si trovano nell’area di Wuhan”. Il capo dell’Unità di crisi della Farnesina ha ricordato che la soluzione via terra, che era stata prospettata in un primo momento, era “più complessa anche per ragioni di quarantena, da una città della Cina all’altra, dove sarebbero dovuti andare, appesantendo notevolmente la situazione dei nostri connazionali”.

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