Coldiretti, è boom di imprese agricole. Ma la burocrazia uccide i sogni di 39mila giovani

17 Gen 2020 13:54 - di Mia Fenice
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In Italia c’è uno storico ritorno alla terra. Sono oltre 56mila giovani under 35 alla guida di imprese agricole. Un primato a livello comunitario con uno straordinario aumento del +12% negli ultimi cinque anni. Ma la burocrazia spegne il sogno di oltre un giovane italiano su due. Il 55%, fra i quasi 39mila che hanno presentato domanda per l’insediamento in agricoltura, restano a bocca asciutta. I loro progetti imprenditoriali vengono respinti per colpa degli errori di programmazione delle amministrazioni regionali. E come se ciò non bastasse, si rischia di perdere i fondi messi a disposizione dall’Unione Europea. È quanto emerge dall’analisi di Coldiretti sull’utilizzo delle risorse comunitarie relative ai Piani di Sviluppo Rurale (Psr) del periodo 2014-2020. L’associazione ha fatto il punto durante la consegna degli Oscar Green. Ovvero, il premio all’innovazione per le imprese che creano sviluppo e lavoro con i giovani veri protagonisti italiani del Green Deal.

Le domande ammesse

Non solo. Ma anche per quanto riguarda le domande presentate e ammesse a finanziamento solo poco più della metà (55%) è stata effettivamente pagata. Con conseguenti difficoltà per chi ha già effettuato gli investimenti che rischia ora di trovarsi “scoperto” dal punto di vista finanziario. Il risultato è la perdita di un potenziale di mezzo miliardo all’anno di valore aggiunto che le giovani imprese avrebbero potuto sviluppare.

Coldiretti, l’andamento regionale

L’andamento regionale sui progetti giovani presentati per i bandi Psr è molto differenziato da nord a sud della Penisola. Spiega l’associazione degli agricoltori che in Lombardia è stato bocciato solo il 13% delle domande, in Emilia Romagna il 16%, in Trentino il 22% e in Valle d’Aosta il 23%. Record negativi si registrano invece in Basilicata con il 78%, in Calabria con il 76%, in Puglia con il 75% che tra l’altro non ha pagato neppure una di quelle ammesse. Nella parte bassa della classifica – spiega Coldiretti – c’è poi l’Abruzzo con il 73% delle domande respinte, seguita dall’Umbria con il 66%, dal Molise e dalla Sicilia con il 65% a testa, dalla Toscana con il 63%, dalle Marche con il 62% e dalla Sardegna con il 58%. Mentre nella parte centrale della classifica si trovano il Friuli Venezia Giulia con il 49% delle bocciature, la Liguria con il 43% e il Lazio con il 42%.  Infine, Veneto (34%), Campania (30%) e Piemonte (32%) hanno respinto in media una domanda su tre.

Coldiretti, in Italia situazione a macchia di leopardo

La pressione burocratica, che nasce anche dalla molteplicità di interventi tra loro non coordinati, finisce per generare – precisa Coldiretti – un grave elemento di svantaggio soprattutto per un giovane che inizia il suo percorso imprenditoriale. Una indagine della Sezione di controllo degli Affari Comunitari ed Internazionali della Corte dei Conti – spiega Coldiretti – conferma che in Italia esiste una situazione a macchia di leopardo in termini di capacità di evadere le domande di sostegno ai giovani in agricoltura, con tempi che possono superare i due anni e mezzo.

La Sicilia prima per imprese giovanili

Con 6.673 aziende la Sicilia è al primo posto della classifica nazionale delle imprese agricole giovanili. «Questo primato – sottolinea Francesco Ferreri, presidente regionale di Coldiretti – dimostra quanto sia determinante favorire l’imprenditoria giovanile con politiche indirizzate proprio a loro. È una posizione leader importante raggiunta anche grazie a progetti validi che dimostrano quanto sia vincente rimanere nella nostra Regione e lavorare in agricoltura».

 

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